Lo scandalo dei concorsi truccati tocca veramente tutti. Ciò che lascia allibiti è che per gli studenti universitari pare non esserci molto stupore
Philip Laroma Jezzi è il soggetto di molti messaggi di ringraziamenti postati dagli utenti sui social network: un vero e proprio eroe dell’era contemporanea che si è opposto ai concorsi truccati
Philip, 49 anni, ha denunciato il traffico di posti per le assegnazioni delle cattedre. Il ricercatore si è avvalso dell’ausilio di registrazioni fatte durante una conversazione con Pasquale Russo, ex docente universitario del dipartimento di Giurisprudenza a Firenze. Tali registrazioni hanno dato il via all’inchiesta che oggi occupa la prima pagina di tutti i giornali e intasa i social network con l’hashtag #concorsitruccati. C’è addirittura chi posta #JeSuisPhilip, per far sentire la propria presenza nella battaglia della meritocrazia, forse persa in partenza.
La stranezza che non stranisce: l’amara realtà di chi si trova a vivere il mondo dell’università
Inutile dire che l’inchiesta sui concorsi truccati per l’assegnazione delle cattedre, ha sollevato un’enorme nuvola di polemica. C’è chi si astiene dal giudizio, chi cerca di tirarsi fuori da ogni possibile legame con il mercato dei posti ma ciò che stupisce realmente è che gli studenti non sembrano essere straniti quanto dovrebbero. In molti, infatti, si dicono “Si sapeva“. Tra i corridoi che ospitano i concorsi, gente ancora in attesa di entrare mormora “Tanto si sa, chi deve entrare entra“.
Una tacita rassegnazione ai fatti, alla quale Philip ha deciso di opporsi nonostante le minacce di una carriera distrutta. Quando, infatti, è avvenuto ciò che gli era stato preannunciato da Russo, ossia che sarebbe stato bocciato al concorso in favore di coloro i quali erano già stati scelti, Philip ha presentato ricorso al Tar e ha vinto.
In molti si dicono dalla parte del giovane ricercatore. Resta da capire se possa o meno essere fonte di ispirazione per tutti coloro i quali continuano a fare silenzio.