Silenzio e concentrazione. Un binomio spesso chiamato in causa quando si parla di studio o di un lavoro particolarmente oneroso dal punto di vista dell’impegno mentale.
A smentire l’incompatibilità tra suono e concentrazione arriva uno studio dell‘Università di Milano Bicocca. Infatti i ricercatori hanno dimostrato gli effetti benefici di alcuni tipi di sottofondo sulle prestazioni cerebrali.
Musica classica e scrosci di pioggia migliorano le abilità di calcolo
Lo studio, a cura del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano Bicocca è stato pubblicato sulla rivista Plos One. Nello specifico, i ricercatori hanno riscontrato capacità di concentrazione migliori negli individui esposti all’ascolto di musica classica o di suoni della natura.
Non si tratta del primo tentativo di mostrare legami tra l’esposizione a suoni quali lo scroscio della pioggia o il fruscio del vento e un maggior benessere sul lavoro. Tuttavia, rispetto alle ipotesi precedenti, questo studio sottolinea un vero e proprio miglioramento nelle abilità di calcolo.
Sono stati coinvolti 50 studenti (25 donne e 25 uomini) di cui metà incline all’estroversione e l’altra metà all’introversione. Inoltre, gli studenti provenivano da Dipartimenti afferenti a settori scientifici differenti. Ai partecipanti è stato chiesto di risolvere 180 operazioni matematiche di complessità durante l‘ascolto di diversi tipi di brani somministrati ad ogni persona tramite cuffie.
Tutti i partecipanti hanno tratto maggiore giovamento dalla presenza di un sottofondo rispetto al silenzio assoluto. Gli introversi si sono dimostrati più bravi. Si tratta di un dato in linea con le aspettative degli studiosi che avevano già riscontrato una correlazione tra la maggior riflessività e capacità analitica di queste persone con l’abilità aritmetica. Il dato più interessante riguarda invece gli estroversi che hanno migliorato le loro prestazioni sui quesiti più difficili ascoltando musica classica o suoni della natura.
Alla ricerca del sottofondo perfetto
Perché proprio la musica classica o lo scroscio della pioggia aiutano la concentrazione? La coordinatrice dello studio, la professoressa Alice Mado Proverbio spiega:
“Quando una persona non è focalizzata sul mondo esterno, il cervello è a riposo. Secondo i neuroscienziati si attiva una modalità di default, la default mode network che è tipica di quando sogniamo a occhi aperti o rimuginiamo sui nostri problemi. L’ascolto della musica o della pioggia ci aiuta a focalizzarci sul mondo esterno facendoci dimenticare di noi stessi“.
Insomma, i nostri pensieri fanno rumore e ogni tanto bisogna zittirli anche se non tutta la musica favorisce la concentrazione. La nostra playlist preferita potrebbe essere fonte di distrazione eccessiva.
Paradossalmente, per concentrarsi non bisogna pensare troppo.
Gessica Liberti