Con la la rielezione di Mattarella abbiamo dimostrato di avere poche strategie politiche se non quella del rimanere immobili con un unico scopo raggiunto: guadagnare tempo.
Tiro un sospiro di sollievo nel vedere la conclusione della farsa quirinalizia e un altro di soddisfazione per l’ultimo applauso destinato all’unico personaggio che non ha demeritato, ma credo che quando un paese riesce ad andare avanti soltanto rimanendo immobile le prospettive siano nefaste.
E’ difficile rendersi conto fino in fondo di quanto sia stato osceno lo spettacolo a cui abbiamo assistito. Mentre il paese era in ansia per i rischi economici e sanitari, mentre alcuni milioni lottano contro la povertà e la disoccupazione, mentre la progressione geometrica delle disuguaglianze prosegue indisturbata abbiamo visto i protagonisti della politica, tutti con qualche rara eccezione, trasformare un’opportunità di progresso sociale e civile in una guerra tra bande dove l’unico obiettivo è mantenere il proprio potere e se possibile accrescerlo distruggendo gli avversari esterni e regolando i conti con quelli interni.
La versione parlamentare dello “street fight” o dei combattimenti tra cani, sono queste le immagini che mi vengono in mente guardando azzannarsi Matteo Salvini e Giorgia Meloni, Matteo Renzi e Enrico Letta, Luigi Di Maio e Giueppe Conte. Dichiarazioni infuocate invece di pugni e morsi ma l’unica vera differenza è che il sangue che scorre è il nostro, loro nella peggiore delle ipotesi se la cavano con qualche ammaccatura.
Tutto sarà come prima, né meglio né peggio perché il paese è in coma, non ci sono medici capaci di risvegliarlo e dal coma si esce solo se il corpo trova al proprio interno le risorse necessarie, oppure con il suicidio assistito.
Abbiamo guadagnato un anno di tempo prima di ricorrere alla seconda ipotesi, ora che la balla del bipolarismo è definitivamente morta cerchiamo di usarlo bene.