Comunità LGBTQ+ illegale in Russia: per la Corte suprema è un movimento estremista

Comunità LGBTQ+ illegale in Russia

La Corte suprema ha dichiarato la comunità LGBTQ+ illegale in Russia perché considerata estremista, il tutto è avvenuto senza l’aggiunta di ulteriori chiarimenti.

Comunità LGBTQ+ illegale in Russia perché estremista e, di conseguenza, pericolosa. La Corte suprema ha messo al bando il movimento arcobaleno senza fornire, però, ulteriori spiegazioni. Tutt’ora non si sa a che cosa si debba questa definizione tanto categorica. La legge che ha stabilito tale illegalità risulta essere vaga. Spaventa, di conseguenza, la sua possibile applicazione concreta. È, infatti, risaputo che laddove ci sono lacune burocratiche, le persone scambiano lo spazio vuoto per libertà di interpretazione. Tutto questo lascia i cittadini privi di tutele a cui aggrapparsi in caso di necessità.

All’inizio del mese scorso il ministero della Giustizia russo aveva presentato la richiesta di dichiarare estremista la Comunità LGBTQ+, senza però chiarire le due motivazioni né tanto meno che cosa significasse nella concreta tale definizione.
La sentenza è stata accolta e l’attivismo LGBTQ+ è divenuto, di conseguenza, illegale. La formulazione della legge non specifica nulla per quanto riguarda la sua attuazione e questo preoccupa la popolazione russa che teme conseguenze disastrose. In particolare, spaventa la possibile persecuzione degli attivisti da parte della autorità russe.

Gli scenari possibili sono quelli di arresti, processi e condanne di massa. Si tratta di possibilità che, però, il governo russo brama ormai da tempo. La sentenza che ha dichiarato estremista, e quindi illegale, il movimento LGBTQ+ è solo l’ultima di una lunga serie di provvedimenti. Sono numerose le misure applicate in precedenza, sempre con lo stesso obiettivo di repressione. In seguito allo scoppio della guerra tali leggi si sono moltiplicate con un ritmo sempre più veloce. Un esempio è la legge che stabilisce il divieto alla “propaganda LGBTQ+” per i minorenni, promulgata nel 2013. Tutte le relazioni che rientrano nell’ambito della Comunità LGBTQ+ sono per la Russia “non tradizionali” e quindi criminalizzate.
Da mesi sono, inoltre, vietati gli interventi medici per cambiare sesso, così come le procedure amministrative da mettere in atto per poter accedere a tale possibilità.

A risentire di queste leggi sono anche gli ambiti dello spettacolo, del teatro e del cinema. La Russia ha eliminato e censurato artisti parte della Comunità, come ad esempio il ballerino russo Rudolf Nureyev. I libri e i film con tematiche riguardanti il movimento LGBTQ+ sono stati ritirati dal mercato.

Tuttavia, la Russia continua a negare le accuse di discriminazione nei confronti della Comunità LGBTQ+. Durante i primi giorni di novembre il vice ministro della Giustizia ha dichiarato che la limitazione per quanto riguarda la dimostrazione pubblica di relazioni o preferenze sessuali non tradizionali non è una forma di censura. Chiaramente la realtà è ben diversa da così e la popolazione teme le ripercussioni delle continue forme di repressione.

Margherita De Cataldo

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