Da Settembre tutti potremo vivere in comunità energetiche rinnovabili ed indipendenti

comunità energetiche

Il 16 Settembre in Italia, si è dato il via allo sviluppo di comunità energetiche rinnovabili

Ora associazioni tra cittadini, attività commerciali ed imprese potranno decidere di unire le forze per dotarsi di impianti di produzione e di condivisione di energia da fonti rinnovabili. Basterà una semplice registrazione al GSE per poter partire. Milioni di italiani avranno l’opportunità di dimezzare le proprie bollette e vivere in vere e proprie comunità energetiche.

Il decreto si chiama Mise ed è principalmente coordinato dal Gestore del Sistema Elettrico, o GSE

Nel sito è possibile calcolare quanto costerebbe installare un impianto di fotovoltaico sul proprio stabile sia residenziale che commerciale. Si apre  quindi  un nuovo scenario energetico basato sulla generazione distribuita. L’ energia a chilometro zero e le smart grid non saranno più proprie di comunità isolate come gli ecovillaggi o i parchi di rinnovabili, ma diventeranno una realtà possibile anche per i centri a più alta densità. 

Tra le principali realtà in italia vi sono l’ecovillaggio solare di Alcatraz a Gubbio (Umbria) fondato da Dario Fo e attrezzato energicamente proprio da Maurizio Fauri, docente dell’Università di Trento.

Un altra realtà, ancora più sperimentale, risiede in Piemonte nella Val di Chi. Qui la comunità Damanhur vive in case tappezzate di pannelli fotovoltaici ed accumula energia in batterie per condomini di 20 persone. 

Il tentativo più virtuoso è però il Parco Energie Rinnovabili di Terni. Esso pratica l’autosufficienza energetica attraverso varie fonti di produzione ed utilizza il sistema energetico rinnovabile come attrattiva turistica. 

A partire da esperienze di condivisione negli ecovillaggi, la legge distingue la comunità energetica da una configurazione di autoconsumo collettivo. Proprio perché avranno accesso ad incentivi diversi

La Comunità Energetica è un gruppo di utenze – come un un complesso residenziale di villette, o una via di città – che fanno riferimento alla stessa cabina di bassa-media tensione. Mentre, l’Autoconsumo collettivo è un gruppo di consumatori di energia che agiscono collettivamente, perché abitano nello stesso edificio o condominio.

Dopo alcuni Paesi del Nord Europa, come Danimarca e Germania, l’Italia attribuisce una dignità giuridica alle comunità energetiche

I singoli partecipanti potranno ora dotarsi del loro impianto di produzione elettrica da rinnovabili e nominare un loro delegato, o aggregatore, che gestisca la condivisione energetica e la tariffa incentivante con il GSE.

Ovviamente viviamo già configurati in comunità energetiche. Ma con il Mise e un impianto di energia rinnovabile, passeremo da essere dei consumatori base a dei prosumer. Usufruiremo sempre del servizio elettrico nazionale, ma come partecipanti attivi che producono e vendono energia in eccesso. Da questa vendita, potremo ricavare dei benefici economici sia per noi stessi che per i membri della nostra configurazione.

Gli incentivi per le comunità energetiche

L’impianto condiviso deve essere registrato nella piattaforma anagrafica GAUDì e va connesso alla rete elettrica a bassa tensione, attraverso la stessa cabina di trasformazione a media/bassa tensione della comunità energetica. La potenza complessiva che avrà diritto agli incentivi deve essere inferiore a 200 kW e servirà a condividere l’energia prodotta o per il consumo immediato oppure per conservarla in batterie di accumulo. In Italia 20 milioni di cittadini che abitano in oltre 1,2 milioni di condomini dotati di impianti non autonomi,  ora potranno ottimizzare i consumi iniziando a condividere l’energia.

Per un periodo di 20 anni, l’energia condivisa beneficerà di una tariffa incentivante in forma di tariffa premio pari a:

  1.  100 €/MWh nel caso in cui l’impianto di produzione faccia parte di una configurazione di autoconsumo collettivo.
  2.  110 €/MWh nel caso in cui l’impianto faccia parte di una comunità energetica rinnovabile.

Nello specifico, per i primi 20 kWp l’impianto potrà beneficiare del Superbonus al 110%. Per i restanti kWp, fino a 200, la detrazione scende al 50% con tetto massimo di spesa fino a 96.000 euro.

Diventare indipendenti energicamente significa risparmiare in burocrazia e denaro mentre si contribuisce a rendere l’ambiente più pulito. Visitate il sito del GSE per scoprire oggi come il vostro condominio o quartiere potrà beneficiare di un impianto di energia rinnovabile.

Elisa Melodia

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