Il 18 gennaio a Milano prenderà vita la nuova Comunità Democratica, una nuova forza politica che prende le distanze dalla linea politica della segretaria del PD Elly Schlein e che nelle intenzioni si posiziona nell’area cattolica del centro “per rilanciare un ritorno allo spirito coraggioso degasperiano sull’Europa e per riproporre l’autonomismo di Sturzo“, dichiara Delrio scomodando i morti.
Con l’inizio del nuovo anno arriva travolgente una ventata di aria fresca, tiepida, sul Paese grazie all’unione di una triade inedita composta dal giovane Romano Prodi, l’esordiente Graziano Delrio e il più temerario Ernesto Maria Ruffini.
Quei bravi ragazzi
La politica italiana, ancora una volta, dimostra di non riuscire ad avere un ricambio generazionale che spodesti i soliti nomi che da decenni vagano tra le pagine dei quotidiani e per le stanze dei palazzi del potere. Gli elettori, che si contano sulle dita di una mano, sono costretti ad ascoltare nuovamente vecchie soluzioni a problematiche nuove.
La “novità” arriva in questi giorni annunciata da Graziano Delrio, che in carriera ha ricoperto la posizione di sindaco, ministro e oggi senatore, che si propone come rimedio all’aria stagnante che c’è nel PD, troppo a sinistra per i suoi gusti. Lo stesso Partito Democratico che prometteva di essere la valida alternativa a sinistra della Meloni ma che ha dimostrato di giocare allo stesso gioco, tant’è vero che ha votato con Fratelli d’Italia e le destre europee la commissione von der Leyen 2, la più retriva e guerrafondaia di sempre, e la transizione militare degli eurobond.
Insomma, Delrio avverte: “far capire che la cultura politica dei cattolici democratici può dare molto al Paese, come in altri tornanti storici. Chiediamo una maggior accoglienza e spazio, nel Pd o anche fuori dal Pd”, e la Schlein trema.
La banda di Delrio, Prodi & Co. ha già ricevuto lusinghe e amicizie nell’area liberale da Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, che scomodando Pavese dice “un paese ci vuole” e da Osvaldo Napoli, segretario nazionale del gruppo misto Azione, che si dice pronto al dialogo con Comunità Democratica.
Forse che sì forse che no
“Forse che sì forse che no” è il titolo di un celebre romanzo di Gabriele D’Annunzio che ha ben poco a vedere con i cattolici, Prodi etc. ma spiega efficacemente la posizione dell’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini che dichiarava in un’intervista al Corriere della Sera, appena dopo le sue dimissioni dall’Agenzia delle Entrate: «Non scendo in campo, ma rivendico il diritto di parlare», alla faccia. Neanche il tempo di convincersi delle sue parole che subito si rinnega e fa il contrario.
Nella stessa intervista al Corriere alla domanda sul perché parlasse sempre di politica ribadì: “Sa cosa c’è? Che usiamo la stessa parola per parlare di due cose diverse. Chi pensa che la politica sia fatta per occupare posti non le dà il mio stesso significato”, ma lui nel dubbio sceglie di sedersi.
Avanti un altro
Sulla locandina dell’evento campeggia la scritta «Comunità democratica», che fa sospettare che più che un normale convegno si tratta del battesimo dell’ennesima corrente del Partito Democratico. Anche se Delrio nega e specifica che si tratta, piuttosto, di «una sorgente di pensiero», un’altra.
Dal 2007, anno di nascita del Partito Democratico, nascono e muoiono decine di partiti nati dalla scissione dai Dem. Nasce prima Sinistra Democratica, nel 2008 Sinistra Arcobaleno, nel 2009 Francesco Rutelli lascia il partito e fonda Alleanza per l’Italia (API), poi viene fondata Sinistra Italiana attualmente di Fratoianni per finire con Matteo Renzi e la sua Italia Viva. Insomma, in tanti anni il PD, che per sua natura si propone come grande partito d’opposizione alla destra, vive di litigi, scissioni e quindi soffre una mancata unità che disperde e confonde l’elettorato.