Ascolto e comunicazione, sono due azioni che svolgiamo continuamente.
Il web può essere una grande opportunità.
E’ questo, e non solo questo, che mi verrebbe da dire oggi, in occasione della giornata mondiale della comunicazione sociale.
Comunicare è un’azione importantissima, è quel qualcosa che facciamo quotidianamente, schiarendo la nostra voce, affilando le nostre stilografiche, battendo all’impazzata tasti corvini, combattendo contro la tastiera di un pc. Lo sto facendo io ora, attraverso queste semplici parole, impresse, nero su bianco, sul mio immancabile portatile.
Si tratta di un processo attraverso il quale un mittente codifica un messaggio, veicolato tramite un mezzo, che arriva al ricevente, il quale svolge il compito di decifrarlo, ed assimilarlo. E’ un processo complesso, tortuoso, un calderone colmo di incomprensioni e distorsioni dello stesso messaggio, più di quanto possiamo mai immaginare.
Oggi parliamo di comunicazione sociale, aggiungendo questo trait d’union, come anello di congiunzione, e fanalino di coda, alla nostra sacrosanta comunicazione. Il termine sociale richiama certamente il concetto di comunità, facendoci sentire parte integrante di un unico essere: la società.
Dovrei sentirmi accettata, come insignificante formichina di un grande, grandissimo ingranaggio, potente e meschino, che è la nostra società moderna. Di fatto, provo una diffusa sensazione di soffocamento.
Si tratta dunque di una comunicazione rivolta a tutti, come parte di questa gigantesco formic… Collettività.
Comunicare bene è una nostra scelta, purtroppo, non sempre contemplata.
Ma passiamo ai fatti. La storia parla chiaro, e non si discute.
La giornata mondiale della comunicazione sociale è stata istituita dal Concilio Vaticano 2, e la disposizione a questa relativa, è contenuta nel paragrafo 18 del decreto Iter Mirifica, del quale riporterò un pezzetto, al fine di porlo all’attenzione di tutti.
“Al fine di rendere più efficace il multiforme apostolato della Chiesa, con l’impiego degli strumenti di comunicazione sociale, è doveroso che ogni anno, in tutte le diocesi del mondo, a giudizio dei vescovi, venga celebrata una giornata, nella quale i fedeli possano essere istruiti sui loro doveri in questo settore, e invitati a contribuire alle iniziative attraverso le loro offerte caritatevoli”.
Comunicazione unita alla misericordia. La comunicazione può essere questo, e molto altro ancora.
Una giusta informazione potrebbe trapelare come un fulmine a ciel sereno, e vincere l’odio della violenza, alla quale assistiamo ogni giorno.
Una sfida per il mondo d’oggi, accecato dalla rabbia, dalla guerra, e dalla disinformazione.
Accecato da una giustizia che sembra non vedere la fine di un tunnel infinito, da una verità che sfugge ai nostri occhi, e si manifesta come realtà astratta ed estremamente sfuggente, mangiucchiata, ritoccata, distorta, gonfiata, come i seni delle nostre icone della televisione.
I media possono aiutarci, e farci sentire tutti più vicini, prossimi, gli uni e gli altri. Possono farci percepire un incrollabile senso di famigliarità ed unione. Come una formichina, appartenente ad un ingranaggio perfetto e macchiavellico, che prima o dopo, non mancherà di fagocitarla.
“I muri che ci dividono possono essere superati solamente se siamo pronti ad ascoltarci, e ad imparare gli uni dagli altri”.
Dialogo, cultura d’incontro, verità, giustizia. Anche questo può essere comunicazione sociale. E cos’altro?
E se questi maledetti muri fossero precostituiti, e ce li avessimo dentro, celati da una magnifica facciata, all’interno delle nostre fragili menti umane?
La velocità del veicolare informazioni tramite il web, l’abbiamo considerata?
La rapidità supera moltro spesso la nostra capacità di giudizio e di riflessione, che è fondamentale, ai fini di un’ottima comunicazione.
Ma che differenza intercorre tra comunicazione sociale, ed una semplice informazione?
La prima è di certo uno strumento efficace, da affilare come la lama di un coltello, di conoscenza e persuasione, utilizzata al fine di coinvolgere una persona, e spingerla all’azione, rendendola partecipe dei problemi correnti, ma anche delle possibili soluzioni. Mi verrebbe quasi da pensare alla manipolazione.
Ma non dimentichiamoci che non sono altro che un’insignificante formichina, appartenente ad un ingranaggio perfetto; e sto semplicemente riflettendo su questioni importanti, che riguardano il mondo intero.
Credo sia importante abbozzare una riflessione riguardante la disinformazione, a proposito, che si contrappone con fermezza alla corretta informazione, da lanciare nel colossale mondo del web, come un boomerang, senza ritorno.
Informare, aggiornare, convincere, persuadere, stimolare e motivare.
Chiunque si occupi di comunicazione e diffusione, dovrebbe adottare la politica della corretta informazione, e della sana divulgazione di idee e notizie. Perchè dico questo?
Ogni giorno assistiamo a questo pericoloso fenomeno, attraverso il quale determinate notizie fanno il giro del web, rimbalzando da un utente all’altro, mutandosi in una sorta di leggenda metropolitaana, dove ognuno è certo di aver letto da qualche parte, a proposito, ma non ricorda la fonte. Ogni giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto, succede che uccidiamo un politico, un cantante, un artista, per poi farlo resuscitare nel giro di due secondi.
La morte scorre lungo fili invisibili di tweet, che impazzando nel mondo virtuale.
Basta un click, e via libera ad informazioni terroristiche, scientificamente infondate, notizie sensazionalistiche, che corrono come cavalli impazziti nella rete… Alla velocità di un battito di ciglia. Tutto si costruisce, e tutto si distrugge, in un nano secondo.
Notizie troppo belle per essere vere, dati scientifici selezionati al hoc, perfezionati secondo il gusto personale, interviste imporobabili e fantascientifiche. Inviati marziani. Collegamenti da Plutone.
La disinformazione ci annebbia il cervello, e non è colpa di nessuno. Non di certo mia. Io sono solo un’insignificante formichina, appartenente ad un ingranaggio perfetto e macchiavellico. All’incirca.
Ma noi continuiamo a farci di cultura, perchè è solo attraverso questa che si vola con le ali della comunicazione, e si nutre il cervello, stimolando la mente. Perchè la nostra libertà di pensiero, di azione, di comunicazione, non ce la tocca nessuno. Forse.
Certo è che siamo passati attraverso secoli infinitamente bui e tempestosi, epoche in cui il rogo della cultura era perennemente vivo, e la censura divampava come un fuoco, nelle nostre menti ingenue. Nel 500 il meraviglioso Giudizio Universale di Michelangelo veniva ritenuto osceno, da censurare, per via delle nudità dipinte. Negli anni 30 del 900, esattamente come nel Medioevo, la Germania nazista organizzava fantastici roghi per più di 25000 libri, che non rispettavano la sacrosanta ideologia nazista.
E’ giusto parlare anche di censura, in occasione della giornata mondiale della comunicazione sociale, perchè anche oggi, nella nostra cara Europa, così aperta intellettualmente, viva, priva di bavagli e roghi per l’eretica cultura; anche oggi, assistiamo, consciamente e non, alla piaga della censura culturale e sociale.
Siamo solo insignificanti formichine, appartenenti ad un ingranaggio perfetto e machiavellico, non dimentichiamocelo.
E anche oggi, in occasione della giornata mondiale della comunicazione sociale, mi verrebbe da dire che di strada da percorrere, schiacciati dai nostri fardelli sociali, che gravano sulle nostre schiene, come briciole faticosamente portate da fragili formichine, ne abbiamo ancora davvero tanta.
Elisa Bellino