Se avete dei figli e pensate di essere sempre in grado di dire se stanno dicendo la verità, una meta-analisi pubblicata a fine settembre sul giornale scientifico della American Psychological Association da tre ricercatori del dipartimento di sociologia e del comportamento umano dell’Università della California Irvine ha qualcosa da dirvi a riguardo.
Innanzitutto che cos’è una meta-analisi: una meta analisi significa che i ricercatori (Jennifer Gongola, Nicholas Scurich e Jodi Quas della Scuola di Ecologia Sociale dell’Università delle California Irvine) non hanno effettuato esperimenti e raccolto dati loro stessi ma che hanno messo a confronto i dati originali di tanti esperimenti diversi sullo stesso argomento.
Le meta-analisi spesso da questa visione di insieme estrapolano idee e considerazioni interessanti che i ricercatori che hanno condotto gli studi non avevano colto, d’altro canto gli stessi autori dello studio mettono in guardia sul fatto che bisogna tenere conto del fatto che loro hanno utilizzato una mole cospicua di dati ma raccolti con esperimenti e metodologie diverse.
I risultati dell’analisi
I dati provengono da 45 esperimenti diversi che hanno coinvolto 1858 adulti e ben 7893 bambini.
Il risultato è stato che la media di successi da parte dei “giudici” adulti nello stabilire se un bambino stesse mentendo è del 54% che è un po’ sopra la percentuale del tirare a caso, ma comunque è significativo che sia al di sopra. Se si va nello specifico separando l’abilità nel riconoscere verità e menzogne ci si accorge però che quel 54% è una media tra risultati molto diversi, infatti se nel riconoscere i casi in cui i bambini erano sinceri gli adulti se la sono cavata bene con un 63,8%, molto meno bene è andata nel riconoscere le menzogne, un 47,5% che non si discosta dalla percentuale che si avrebbe con risposte date a casaccio.
Chi lavora a contatto con i bambini ha fatto leggermente meglio rispetto ai normali studenti universitari che facevano parte del campione.
Invece l’età dei bambini sembrerebbe non influire molto sulla capacità degli adulti nell’individuare le menzogne. Quindi, fermo restando che una meta-analisi può solo suggerire indicazioni per futuri nuovi studi, cari genitori non sottovalutate la capacità dei vostri angioletti di prendervi in giro!
Scherzi a parte: non è questione solo di scoprire se il vaso di cristallo l’ha rovesciato davvero il gatto o il vostro angioletto biondo di quattro anni, stabilire quanto i bambini siano bravi a mentire e a partire da che età ha enormi risvolti legali, basti pensare a processi per abusi, Woody Allen e Mia Farrow insegnano.
Roberto Todini