Buon compleanno, Peppino Impastato. Oggi, egli avrebbe compiuto 70 anni; purtroppo gli auguri non gli arriveranno. Il giornalista siciliano è morto 40 anni fa, ucciso dalla mafia che vedeva in lui un personaggio molto scomodo.
La vita
Giuseppe, detto Peppino, Impastato nacque a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948. I suoi genitori erano Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. La sorella del padre aveva sposato Cesare Manzella, boss locale che secondo alcuni avrebbe intravisto nei traffici di droga una nuova possibile fonte di guadagno. In breve, la sua era una famiglia mafiosa e ciò influenzò molto la sua vita. Peppino frequentò il Liceo Classico di Partinico e, nel frattempo, si avvicinò alla politica.
L’attività politica
Peppino Impastato riversò nella politica e nell’impegno sociale tutta la rabbia e la delusione per essere stato escluso dal proprio nucleo familiare. Nel 1965 fondò il giornale L’idea socialista assieme ad altri giovani, ma dopo alcuni numeri sarà sequestrato. Inoltre aderì al PSIUP, formazione politica originatasi dall’ingresso del PSI nei governi di centro-sinistra. Nel marzo 1967 partecipò alla “Marcia dell protesta e della pace” assieme a Danilo Dolci, educatore e attivista della nonviolenza italiana. L’incontro con Dolci lasciò in Peppino una profonda impronta, lui stesso dirà a proposito:
“Arrivai alla politica nel lontano novembre del ’65, su basi puramente emozionali: a partire cioè da una mia esigenza di reagire ad una condizione familiare ormai divenuta insostenibile. Mio padre, capo del piccolo clan e membro di un clan più vasto, con connotati ideologici tipici di una civiltà tardo-contadina e preindustriale, aveva concentrato tutti i suoi sforzi, sin dalla mia nascita, nel tentativo di impormi le sue scelte e il suo codice comportamentale. E’ riuscito soltanto a tagliarmi ogni canale di comunicazione affettiva e compromettere definitivamente ogni possibilità di espansione lineare della mia soggettività.”
L’impegno sociale
Il giovane Impastato si gettò a capofitto nella battaglia contro le ingiustizie e contro la mafia. Fu più volte espulso dal partito, aderì al gruppo del “Manifesto”, ma incassò una dura sconfitta elettorale. Ne rimase molto deluso. Si avvicinò a “Lotta continua” e s’inserì in quel gruppo nel 1973, partecipando alle riunioni e stringendo amicizia con Mauro Rostagno. Due anni dopo, nel 1975, aprì il Circolo “Musica e Cultura”, associazione volta alla promozione di attività culturali e musicali. Tale associazione divenne il fulcro per la vita dei giovani di Cinisi. Nel 1977 inaugura un’emittente radiofonica autofinanziata, “Radio Aut”. Principali scopi di tale radio erano informare i cittadini e fare satira sui boss e sui politici locali. Peppino Impastato inaugurò un nuovo filone della lotta alla mafia: l’uso dell’ironia, mai prima di allora qualcuno si era azzardato a prendere in giro i capo-clan.
La tragica fine
Nel 1978 si candidò alle elezioni comunali di Cinisi, ma non riuscì ad arrivare al voto. Il 9 maggio venne assassinato, proprio qualche giorno prima delle elezioni. Peppino Impastato viene dilaniato da una carica di tritolo posizionata sui binari della linea ferroviaria Palermo-Trapani. Lo stesso giorno a Roma viene ritrovato il cadavere di Aldo Moro, rapito dalle Brigate Rosse due mesi prima. Strana e macabra coincidenza. In un primo momento, si cerca di insabbiare il tutto, ma viene poi riconosciuta la matrice mafiosa della morte di Impastato. Il mandante dell’omicidio di Peppino fu individuato in Gaetano Badalamenti, grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Palazzolo.
I famosi “Cento passi”
Cosa rimane di Peppino Impastato a 70 anni dalla sua nascita e a quasi 40 dalla sua morte? Il ricordo di un giovane giornalista ed attivista siciliano che ha lottato con tutto se stesso contro la mafia che uccideva il suo paese. A lui è stato dedicato un film uscito nel 2000, intitolato “I cento passi”, in riferimento alla distanza tra la sua casa e quella di Badalamenti, che era appunto di cento passi. Inoltre i Modena City Rambles hanno inciso una canzone con lo stesso titolo e con cui auguriamo buon compleanno a Peppino:
Era la notte buia dello Stato Italiano, quella del nove maggio settantotto.
La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l’alba dei funerali di uno stato.
“Allora dimmi se tu sai contare, dimmi se sai anche camminare, contare, camminare insieme a cantare la storia di Peppino e degli amici siciliani”.
Allora… 1,2,3,4,5,10,100 passi!…1,2,3,4,5,10,100 passi!
Carmen Morello