La compagnia di Trump è sotto accusa. Questa settimana, i procuratori di Stato presenteranno accuse penali contro l’azienda di famiglia dell’ex Presidente degli Stati Uniti. A New York si parla di un vero e proprio atto d’accusa contro la Trump Organization. Un colpo duro da incassare se si pensa che ciò danneggerà i rapporti con banche e partner commerciali. Inoltre, la notizia oscura un limpido ritorno di Donald Trump nel panorama politico.
Quando sono iniziate le indagini sulla compagnia di Trump
Le indagini, che rivedono Trump e la sua compagnia protagonisti, iniziano nel 2016 grazie al procuratore distrettuale di Manhattan, Cyrus Vance. In quell’anno, l’ex avvocato di Trump, Michael Cohen, aveva pagato soldi per ottenere il silenzio di due donne che sostenevano di aver avuto incontri sessuali con l’ex presidente. Un’accusa che esplose in occasione delle elezioni presidenziali e che si è protratta nel tempo con lo smascheramento di innumerevoli malefatte.
Ad oggi, la compagnia Trump Organization è accusata di aver concesso dei vantaggi redditizi come l’uso di appartamenti, auto da corsa e pagamenti di tasse scolastiche.
Questi vantaggi valgono decine, o addirittura centinaia, di migliaia di dollari e necessitano di un’adeguata contabilizzazione sulle dichiarazioni dei redditi e su altri depositi finanziari. Se ciò non avvenisse, si passerebbe alle accuse penali.
“Caccia alle streghe” o “condotta criminale estesa e prolungata”?
Ron Fischetti, avvocato della compagnia di Trump, insieme ai suoi colleghi, ha presentato lunedì scorso le ultime argomentazioni contro l’accusa. In più, sembrerebbe che abbia tenuto un incontro virtuale con i pubblici ministeri durato circa 90 minuti. Un incontro in cui si è cercato di dissuadere e dimostrare parzialmente le infondatezze delle accuse penali mosse contro la società.
D’altro canto, Trump cerca a tutti i costi di liquidare l’inchiesta come una sorta di “caccia alle streghe” voluta dai democratici, affermandosi così nell’azione politica in maniera diretta.
L’idea dell’ex presidente è quella di ripresentarsi alle elezioni del 2024 e riprendere il mandato lì dove è stato bruscamente interrotto.
Le vicissitudini però stanno portando Cyrus Vance a credere che vi sia una “condotta criminale forse estesa e prolungata” e, di conseguenza, il procuratore generale di New York, Letitia James, ha affiancato Vance ad altri due avvocati per un esame accurato delle prove.
La rabbia di Trump
Trump afferma con rabbia:
“Che ci siano procuratori politicamente motivati perché saranno loro a prendere Donald Trump, è una cosa molto pericolosa per il nostro Paese. Le persone non lo accetteranno perché se possono farmi questo, possono farlo a chiunque!”
In realtà, il problema è un altro. Il problema sta nella perdita di potere di Trump a Washington. Lui, la sua famiglia e le varie compagnie non godono più delle protezioni legali della Casa Bianca.
Questa è dunque una battaglia su un territorio minato e le mine sono date dall’assenza di privilegi e di favoritismi.
Se Trump Organization ha usato in maniera impropria oltre 1 milione di dollari per eventi nell’Hotel Trump, o ancora vi è stata una detrazione fiscale di 21,1 milioni e sono stati gonfiati valori per ottenere condizioni di prestiti migliori, allora approfondire queste accuse non è una ripicca nei confronti di Donald Trump, ma un’indagine doverosa proprio nei confronti di quei cittadini che sono chiamati in causa. Perché dove c’è speculazione, dire la verità non è di certo un atto illecito.
Maria Pia Sgariglia