“Nessun uomo è un’isola”: è questo il titolo di un saggio di Thomas Merton. Quest’ultimo, ispirandosi ad una poesia di John Donne, spiega che ogni uomo è “una parte di un tutto”. Sin dai tempi antichi, per l’uomo è stato sempre essenziale vivere in comunità. Questa necessità, ai giorni nostri, inizia a palesarsi durante l’adolescenza. E’ proprio in questa fase della vita che nasce la comitiva.
Nell’adolescenza il ragazzo inizia a distaccarsi dai genitori, e i rapporti di amicizia acquisiscono un valore maggiore. Inoltre, l’adolescente aumenta il giro delle sue amicizie, e si inizia a parlare di una vera e propria comitiva. Soprattutto nelle scuole superiori, gli impegni dell’adolescente aumentano. Tra attività extrascolastiche e sport, inizia ad incontrare un maggior numero di coetanei.
Secondo un’indagine realizzata dalla Società Italiana di Pediatria, il classico “amico del cuore” sta cedendo il posto alla comitiva. I dati parlano chiaro: l’85,5% degli adolescenti sostiene di avere molti amici, mentre poco più del 10% dichiara di averne pochi. Sempre secondo questa indagine, il 95,5% dei ragazzi stringe nuove amicizie a scuola. E’ alta anche la percentuale di amicizie nate praticando sport: 70,9%.
La comitiva ha aspetti positivi e negativi. Essa può essere un po’ troppo dispersiva, soprattutto quando è molto numerosa. Non è molto facile, quando si appartiene ad un gruppo di 15 o 20 persone, accordarsi per le uscite. Alla fine, vengono ascoltate le proposte di coloro che hanno la personalità più forte, e non sempre le loro scelte stanno bene a tutti. I legami all’interno della comitiva sono forti, tuttavia non si crea quel rapporto intimo che invece lega un gruppetto più ristretto.
Durante l’adolescenza, la comitiva è una parte importantissima della vita. Con gli amici ci si diverte, si fanno le prime esperienze e ci si confida. Entrando nel mondo degli adulti, può succedere di perdersi di vista. Si entra a far parte del mondo universitario o di quello del lavoro, e le responsabilità sono maggiori. In un certo senso (anche se non vale per tutti), si diventa più individualisti, prediligendo gruppetti molto ridotti. Ma l’esperienza della comitiva è essenziale: un rito di passaggio dall’infanzia all’adolescenza. E non solo. Essa può essere considerata una sorta di esperimento sociale. Durante l’adolescenza, inizia a formarsi il carattere ed è necessario ampliare i propri orizzonti. Si incontrano persone con punti di vista diversi, una differente educazione e altre abitudini.
La comitiva non è importante solo per quanto riguarda la socializzazione. Essa è fondamentale per entrare in contatto con le persone più diverse, per far crescere il nostro mondo, ma anche per respirare per la prima volta quel senso di fratellanza che unisce un gruppo. Magari può essere un po’ troppo dispersiva, ma è necessaria per compiere i primi passi nel mondo. E crescere.
Veronica Suaria