Gli alberi in città sono fondamentali per la nostra salute, lo si impara sin da bambini, ma sembra che molti amministratori comunali se lo siano dimenticato. Tra capitozzatura, abbattimenti e sostituzioni inadeguate sembra che gli alberi che compongono il nostro verde urbano non se la passino tanto bene.
Il verde urbano
Pur contribuendo a rendere le città più belle, il verde urbano non ha solo ragioni estetiche. In questi anni in cui la crisi climatica si mostra anche con ondate di calore insopportabili, la presenza di alberi in città acquisisce un’importanza sempre più centrale.
Oltre a fornire aree ombreggiate di socializzazione, gli alberi in città abbassano la temperatura attraverso l’evapotraspirazione. Si tratta dell’equivalente arboreo della sudorazione: espellono acqua per raffreddarsi, che quando evapora, abbassa la temperatura circostante. Sono riduzioni di circa 5°, fondamentali nelle giornate più torride.
Gli alberi servono anche per mantenere in sicurezza i terreni durante le forti piogge; per assorbire le particelle inquinanti; per assicurare la biodiversità cittadina, con conseguente controllo di parassiti dannosi; a limitare i danni da CO2. Per non parlare degli effetti sulla salute mentale.
Insomma, tutelare il verde urbano è un investimento che permette a tutti di guadagnare. Ma la sua tutela è davvero una priorità delle amministrazioni comunali?
Alberi caduti, alberi abbattuti
Durante il nubifragio del 2023, a Milano, sono caduti oltre 5 mila alberi. Ogni volta che il vento o la pioggia superano una certa intensità, si può essere certi che in qualche comune italiano cadrà almeno un albero. E se non cadrà sotto la pioggia battente, rischierà di cadere più tardi sotto le seghe elettriche del comune, per evitare rischi.
La causa dei cedimenti degli alberi in città, nella maggior parte dei casi, è imputabile a errori umani. A volte è della posizione sbagliata in cui sono stati piantati, diventata evidente solo ad albero cresciuto. Piante troppo vicine, senza il giusto spazio per sviluppare radici sicure, dentro aiuole e cemento a costringerle. A volte sono parassiti nuovi per il nostro clima, per i quali ancora non ci sono soluzioni.
La manutenzione degli alberi in città, e di tutto il verde urbano, è una voce di spesa sempre più tagliata dai comuni, che rinunciano agli esperti in favore di ditte esterne di personale non qualificato.
Per valutare lo stato di salute degli alberi in città si ricorre alla V.T.A., un’analisi esclusivamente visiva molto economica. Al contrario delle trazioni, analisi specializzate ovviamente più costose, ma molto più affidabili. Per evitare ogni rischio, i responsabili di un’analisi visiva tenderanno sempre a sovrastimare i rischi e a procedere quindi con un abbattimento.
A Roma negli ultimi 3 anni sono stati abbattuti 17 mila alberi. A Bologna, nonostante l’Emilia Romagna sia già ampiamente cementificata, si tagliano alberi in città per fare posto a opere pubbliche e non. E quando i cittadini si ribellano, cercando di proteggere il patrimonio verde della propria città, e quindi la loro stessa salute, vengono manganellati come criminali pericolosi.
Il problema però è capillare. Basta aprire le cronache locali per trovarvi ogni giorno notizie di abbattimenti indiscriminati. Spesso per far spazio a opere a beneficio di una sola, minima, parte della cittadinanza.
Il circolo vizioso della capitozzatura
Spesso gli alberi diventano pericolosi a causa della stessa manutenzione errata. Forse non avete mai sentito il termine “capitozzatura”, ma sicuramente ne avete visto gli effetti. Alberi spogli, nudi, con solo il tronco o pochissimi rami che si protendono verso l’alto come mani nodose che chiedono aiuto.
La capitozzatura è una pratica di potatura che non richiede personale specializzato e che azzera i costi di manutenzione del verde pubblico. Il risvolto negativo? È altamente pericolosa per gli alberi e per tutti noi, nonché, in teoria, vietata dalla legge.
Per potare adeguatamente un albero ci vogliono 3 ore, per una capitozzatura mezz’ora. Il tempo e il denaro risparmiati, però, verranno persi in tempi brevi a causa dei danni creati. L’enorme stress a cui viene sottoposto l’albero lo costringe a produrre nuovi germogli in fretta, indebolendo il fusto e aumentando il rischio di caduta.
Dai tagli possono introdursi funghi che contribuiscono alla perdita di elasticità e resistenza dei fusti, anche in questo caso, agevolandone la caduta. Inoltre, la mancanza di chioma espone il fusto al rischio di scottature solari con conseguente attacco di funghi e parassiti.
Anche se la capitozzatura fa risparmiare il denaro della potatura professionale, si tratta di un risparmio apparente, che verrà annullato da spese maggiori quando l’albero si ammalerà o, indebolito, crollerà. Senza contare la perdita, inestimabile, per tutta la cittadinanza.
Alberi in città: la propaganda della piantumazione
I Comuni hanno trovato un perfetto stratagemma per tenere a freno le proteste dei cittadini: annunciare nuove piantumazioni. E se gli abbattimenti arrivano quasi di nascosto, senza avvertire nessuno, le piantumazioni vengono proclamate in pompa magna.
Ma i problemi sono molteplici:
- gli alberi impiegano decenni a crescere. Se un albero adulto ombreggiava una certa area, la sua sostituzione non otterrà gli stessi benefici;
- la CO2 assorbita da un albero appena piantato non è minimamente equiparabile a quella assorbita da un albero maturo, perciò per ogni albero abbattuto non è sufficiente piantarne un altro, ma dovrebbero essere decine;
- spesso, dopo la messa a dimora le piantine vengono abbandonate a se stesse senza acqua né cure, portandole alla morte;
- gli alberi appena piantati hanno bisogno di maggiori cure rispetto agli alberi maturi ormai autosufficienti;
- spesso si sostituiscono alberi ad alto fusto con arbusti o alberi nani, che portano minori benefici sia per quanto riguarda la CO2 sia per l’effetto rinfrescante.
È chiaro come le piantumazioni siano un alibi perfetto per quelle amministrazioni comunali che non riconoscono il valore inestimabile del verde urbano. Un alibi che si trasforma in facile propaganda quando il bilancio della messa a dimora sembra in attivo rispetto agli abbattimenti. Ma quante di quelle piante diverranno davvero alberi tra venti, trenta anni?
La tree economy per dare un valore monetario al patrimonio arboreo
Se l’unica lingua compresa e parlata dalle amministrazioni pubbliche è quella del denaro, l’unico modo per far capire l’importanza del verde urbano e degli alberi in città passa per la sua monetizzazione. Sono tanti i modelli per attribuire un valore economico a un albero, così da mostrare i rischi della sua perdita.
Non saranno mai stime precise, i benefici del vivere a contatto con il verde sono molteplici e spesso imprevedibili. Per capirli bisognerebbe adottare uno sguardo sistemico, che permetta di comprendere che tra noi e il resto della natura ci sono legami profondi e indissolubili; e che ogni tentativo di spezzarli ci si rivolterà contro. Ogni giorno di più.