C’è questo video di un elicottero dei Carabinieri il cui pilota, notando sugli scogli dei ragazzi che bellamente prendevano il sole in barba all’invito a restare a casa, si è avvicinato a loro e scendendo di quota ha sollevato schizzi d’acqua che hanno messo in fuga i tre menefreghisti.
Per poi seguirli, sempre a bassa quota e col muso rivolto verso di loro, per accertarsi che andassero via.
Altroché i droni che in Cina controllavano le persone in strada e che tanto avevano eccitato il mondo.
E viene da pensare come sarebbero stati mediaticamente e politicamente questi giorni tanto difficili se al posto di Luciana Lamorgese avessimo avuto (ancora) un altro Ministro dell’Interno. Come avrebbe gestito Matteo Salvini l’emergenza coronavirus?
Uno che probabilmente si sarebbe preso i meriti di ogni operazione condotta da carabinieri, polizia, dalle forze dell’ordine in generale. Uno che avrebbe trasformato in uno show ogni multa, ogni controllo, ogni denuncia.
In nome del consenso.
Avremmo avuto da mattina a sera immagini di lui con la divisa che fa conferenze stampa, che fa credere ai cittadini di essere nel pieno dell’azione, che ruba i meriti a militari e agenti che in questi giorni si stanno facendo il mazzo, e stanno rischiando, gestendo al meglio delle loro possibilità l’emergenza.
In silenzio.
Così come in silenzio lavora la Ministra Lamorgese. Senza divise, buongiornissimi e tweet.
In questi giorni, mantenendo la calma, le forze dell’ordine hanno sedato pericolosissime rivolte carcerarie. Hanno blindato città. Hanno controllato centinaia di migliaia di cittadini, denunciandone decine di migliaia.
Con serietà, professionalità.
Senza alcuno show, senza rubare meriti, senza dare spettacolo.
Senza divise.
In questi giorni drammatici, da Giuseppe Conte a Luciana Lamorgese, abbiamo almeno persone serie e laboriose ai posti che richiedono serietà e lavoro.
Poi li si può criticare quanto si vuole per il resto.
Ma almeno dignità e rispetto per le istituzioni e per il popolo italiano, in questi giorni, non stanno mancando.
Almeno al governo.
Emilio Mola