Arriva notizia dall’Università del Maryland della prima sperimentazione al di fuori di un laboratorio di un approccio transgenico per combattere la malaria. L’articolo scientifico è stato pubblicato su Science.
L’impresa è frutto della collaborazione di scienziati dell’università del Maryland con colleghi dell’università del Burkina Faso. nel paese africano è stato creato un villaggio simulato isolato dall’esterno dove un fungo naturale ingegnerizzato per trasmettere una tossina è stato semplicemente applicato su un lenzuolo nero, il risultato è stato ridurre la popolazione di zanzare del 99%.
Brian Lovett uno studente laureato del dipartimento di Entomologia, autore principale dello studio, spiega che nessuno studio che impiegasse l’approccio transgenico per combattere la malaria è mai arrivato così avanti in termini di sperimentazione sul campo.
Il fungo in questione si chiama Metarhizium pingshaense e già nella sua versione naturale è un patogeno che infetta gli insetti e li uccide lentamente, gli scienziati hanno selezionato una variante specifica per le zanzare e poi l’hanno modificato geneticamente perché producesse una tossina che uccidesse gli insetti più rapidamente di quanto riescano a riprodursi. Nel luogo del test la popolazione di zanzare è collassata a livelli insostenibili in due generazioni.
La tossina utilizzata è un insetticida chiamato Hybrid che è derivato dal veleno del cosiddetto ragno dei cunicoli (nome scientifico Atrax robustus) australiano, la procedura utilizzata per far sì che il fungo iniziasse a produrre la tossina è quella classica che prevede di utilizzare un batterio per trasferire il DNA modificato nel fungo.
Ma il lavoro a quel punto non era finito, gli scienziati dovevano pure assicurarsi che il fungo non fosse pericoloso per altri insetti, quindi hanno creato anche un interruttore genetico che attiva la produzione della tossina solo quando il fungo è nel corpo di una zanzara.
Anche per realizzare questo sono partiti da una caratteristica già presente nel DNA del fungo, il Metarhizium pingshaense ha la capacità di “capire” quando si trova nel flusso sanguigno di un insetto e a quel punto crea uno scudo protettivo che lo schermi dal sistema immunitario dell’ospite, ha senso farlo solo in quel caso perché produrre lo scudo è molto costoso in termini di risorse, dunque evolutivamente ha senso che il fungo si sia specializzato nel produrlo solo all’occorrenza, quindi gli scienziati sono riusciti a “fondere” la sequenza di DNA del fungo che si accorge quando è nel flusso sanguigno di un insetto (cioè di una zanzara perché avevamo detto che questa varietà del fungo è specifica per le zanzare) con quella per produrre l’Hybrid. Questa preferenza del fungo per le zanzare fa sì che l’interruttore non si attivi per altri insetti benefici, come prove effettuate sul campo hanno dimostrato.
Roberto Todini