I colpi di testa nel calcio sotto accusa di provocare danni cerebrali

colpi di testa

Arriva notizia dalla Scuola di medicina Albert Einstein di New York di un nuovo studio, pubblicato su Frontiers in Neurology che accusa i ripetuti colpi di testa propri del gioco del calcio di provocare danni (perlomeno temporanei) alle funzioni cognitive.
Si tratta in realtà di un rilancio da parte dei ricercatori guidati dal dr. Michael Lipton, infatti appena 14 mesi fa avevano pubblicato un primo studio in cui accusavano i colpi di testa nel calcio di provocare sintomi tipici del trauma cranico, sfidando la convinzione che questa normale pratica di quello sport fosse fonte solo di traumi non concussivi o sotto concussivi (sub-concussive) cioè che non avessero effetti sul cervello.
Attualmente nel calcio per la sicurezza degli atleti si guarda solo al pericolo rappresentato da impatti testa contro avversario, testa contro terreno o testa contro palo, sottovalutando gli effetti cumulativi di questi microtraumi. In realtà in precedenza i colpi di testa erano già stati associati a problemi cognitivi transitori, ma i ricercatori in questo studio sono andati oltre, loro arrivano ad affermare che i danni provocati dai colpi di testa sono importanti quanto quelli da collisioni non volute, anzi nel loro campione i problemi cognitivi riscontrati nel campione soggetto dello studio sono risultati associati alle prime più che alle seconde, tanto che il titolo è “Heading frequency is more strongly related to cognitive performance than unintentional head impacts in amateur soccer players” cioè “Tra i calciatori non professionisti la frequenza nel colpire di testa è più fortemente collegata alle performance cognitive degli impatti non voluti“.




Lo studio ha preso in esame un campione di 308 giocatori non professionisti tra i 18 e i 55 anni, il 78% dei quali di sesso maschile. Lo studio era composto da due parti, un questionario da riempire in cui i giocatori hanno dichiarato eventuali colpi accidentali ricevuti in testa durante il gioco e la media dei colpi di testa effettuati per le due settimane precedenti e una serie di test che hanno misurato abilità verbali, memoria, velocità psicomotoria, livelli di attenzione. I risultati peggiori si sono avuti sulla velocità psicomotoria e sui livelli di attenzione (capacità che si sapeva già essere affette dai traumi cerebrali), il collegamento con problemi di memoria è risultato molto meno evidente. Molto interessante che i traumi più importanti non siano risultati aver provocato alcun effetto, cioè chi ha riportato di aver avuto degli incidenti di gioco in cui aveva ricevuto un colpo in testa non ha mostrato risultati diversi dagli altri.

Fonte immagine: esordienticalcio.it

Roberto Todini

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