In Colombia è in corso una grave crisi per i contadini di coca di Tibù, nel dipartimento orientale di Norte de Santander, in Colombia. Infatti, da più di un anno le vendite di pasta e foglie di coca sono diminuite drasticamente. È quanto afferma la piattaforma Connectas, in collaborazione con il sito colombiano Mutante.
Coltivazione di coca in Colombia
La materia prima alla base della produzione di cocaina sono delle foglie dell’omonima pianta. Queste vengono raccolte, essiccate, impastate, cotte e trasformate in una pasta. La coltivazione di coca più cospicua avviene nel dipartimento del Norte de Santander, nel nord-est della Colombia, e in due nel sud-ovest, al confine con l’Ecuador – Nariño e Putumayo. Il comune di Tibú nel Norte de Santander, al confine col Venezuela, ha il più alto livello di coltivazione di coca di tutti i comuni della Colombia, cioè circa 22.000 ettari. La coltivazione è fiorente soprattutto nelle aree vicine ai confini nazionali o con accesso al mare facilitato. Questo afferma il rapporto delle Nazioni Unite del 2022. In queste aree, bande armate illegali, trafficanti di droga e produttori lavorano insieme.
Ma la produzione in loco sta registrando quotazioni molto basse, tanto da costringere gli agricoltori colombiani alla fame.
A cosa è dovuta la crisi del mercato della coca?
La crisi del mercato della coca, secondo Daniel Parra, coordinatore della Fondazione Pace e Riconciliazione (PARES), è iniziata all’inizio del 2022 . L’ascesa degli oppiacei sintetici, la sovrapproduzione di coca e la lotta ai narcotrafficanti sono i principali fattori che hanno portato alla crisi del mercato delle foglie di coca. Un elemento chiave é rappresentato dalla concorrenza di altre droghe più facili da produrre. I reagenti necessari per la raffinazione della pasta di coca possono essere facilmente rintracciati dalle forze di sicurezza. L’acquisto di grandi quantità di ammoniaca, acido solforico e permanganato di sodio fa scattare l’allarme nelle centrali di polizia. Si é registrato per esempio un incremento nella circolazione del fentanyl, droga sintetica circa 100 volte più potente della morfina.
Inoltre, il governo colombiano ha lanciato il programma per la sostituzione volontaria delle coltivazioni illegali nel 2017. La concorrenza è aumentata anche con l’espansione della produzione di cocaina a livello regionale in Sud America, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine. La coltivazione di coca in Perù è aumentata del 30,6%, raggiungendo 76.158 ettari nel 2021. Anche la Bolivia, il cui governo ha messo fine alla collaborazione con l’Agenzia statunitense per l’applicazione delle droghe a novembre, ha visto la coltivazione di coca aumentare nello stesso anno del 4%, arrivando a coprire 30.500 ettari.
Il futuro dei contadini di coca
Quale destino attende le popolazioni che dipendono dalla coltivazione della coca? Da decenni la Colombia e le agenzie delle Nazioni Unite provano invano di convincere gli agricoltori ad abbandonare e sostituire tale coltivazione, ma i programmi di incentivi e sussidi si sono sempre rivelati deboli e inefficaci. Più che i gestori del narcotraffico, la crisi della coca sta colpendo i produttori agricoli poveri delle aree più disagiate. Interi raccolti rimangono invenduti e le famiglie soffrono la fame, arrivando in molti casi anche al suicidio. La fame colpisce anche perchè le coltivazioni a scopo alimentare in questi anni sono state abbandonate per lasciare spazio alla foglia di coca. Il trasporto dei generi alimentari deperibili é infatti reso difficile dall’assenza di un’efficiente rete stradale e di trasporti, specie nelle aree più povere, dove si concentra la produzione destinata alla produzione di cocaina.