“I colloqui con sé stesso”, i pensieri più intimi dell’imperatore-filosofo

colloqui con se stesso

“I dialoghi con sé stesso” dell’imperatore-filosofo Marco Aurelio è uno dei libri più affascinanti del mondo antico. Ebbene sì, uno degli imperatori più importanti del mondo antico scrisse un’opera intima, privata, non destinata alla pubblicazione in cui confidare i propri pensieri. La filosofia di Marco Aurelio, come quella stoica, epicurea e scettica ha un unico fine: il raggiungimento della felicità. Ma come si ottiene questa codizione? Essa è l’assenza di turbamento e l’eliminazione delle passioni. Gli uomini, per i filosofi romani sono saggi quando scelgono di vivere bene, secondo rettitudine.

1. Da mio nonno Vero: il carattere buono e non irascibile.
2. Dalla fama e dal ricordo che si conservano di mio padre: il comportamento riservato e virile.

Nel I libro dei “Dialoghi con sé stesso”, infatti Marco Aurelio, elenca le qualità che lo hanno formato dalla giovinezza all’età adulta attraverso le qualità di parenti, precettori, amici e dei. L’imperatore filosofo deve la propria cultura, la propria educazione e il suo esser saggio a tutta una serie di persone che lo hanno cresciuto ed educato. Diciamo pure che l’autore fa un vero e proprio elenco di persone che l’hanno reso l’uomo, il vir latino, che è oggi, prima di essere “il saggio”.




Un diario che non è principalmente un’opera di filosofia

“I colloqui con sé stesso” prima di essere un’opera di filosofia sono 12 libri di appunti, aforismi, frasi sconnesse le une con le altre che Marco Aurelio scrisse l’anno prima della sua morte. Per alcuni autori esso è un vero e proprio testamento interiore, ma da una mia interpretazione e lettura, aggiungo che esso è una sorta di diario serale in cui si scrivono pensieri, in diversi momenti della nostra vita. E in effetti, se noi leggiamo il I libro, troviamo una certa coerenza dal momento che l’imperatore romano elenca le persone più importanti della sua vita. Negli altri 11 libri, invece i pensieri non hanno senso cronologico ma sono un vero e proprio flusso di emozioni su pergamena.

“I colloqui con sé stesso” e l’introspezione

Guarda dentro di te: dentro di te è la fonte del bene sempre capace di zampillare, se sempre saprai scavare in te stesso”

Busto dell’imperatore Marco Aurelio

Per Marco Aurelio, la condizione della filosofia è il ritiro dell’anima in se stessa, l’introspezione o la meditazione interiore. Quel bene presente dentro di noi, lo troviamo solo se siamo riusciti ad eliminare le passioni e con lucidità sappiamo analizzarci introspettivamente. Il principio che muove il corpo è l’intelligenza, caratteristica fondamentale che distingue il saggio rispetto a qualsiasi altro uomo. L’uomo saggio è inglobato all’interno di una realtà che muta in continuazione:

La realtà è come un fiume che scorre perennemente, le forze mutano, le cause si trasformano vicendevolmente, e nulla rimane immobile.

Ritorna la tematica che tutto scorre, cara al filosofo Eraclito, ma qui possiamo affermare che l’uomo è protagonista del divenire, e per Marco Aurelio l’anima si trasforma passa di condizione, ad esempio quando avviene la morte.

Luca Patrucco

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