Scultore rumeno, naturalizzato francese, riflessivo, contemplativo, metodico ha creato un nuovo mood scultoreo, dove si fondono elementi di stampo primitivo e di avanguardia. Brancusi è prima di tutto un abile artigiano che ha ogni cura e dedizione per le sue creazioni con le quali instaura un rapporto dialettico.
Egli è solito infatti eseguire delle serie di opere a tema, “colloquiando” con esse; e come in un processo di ascesi spirituale le sostenta, in un iter comune che si risolve nel raggiungimento dell’apice, “la sintesi estrema”. L’artista racchiuso nell’aura del suo studio, in un processo religioso-meditativo, sfida l’infinito, l’imprevedibile e insiste nel ricercare l’essenziale e una semplicità primaria. L’obiettivo è arrivare alla purezza dal punto di vista formale, la linearità primordiale delle figure scolpite, e il materiale utilizzato viene levigato e lustrato in modo perfetto.
In alcune opere come Musa Addormentata (I) l’artista lascerà alcune parti della superficie non trattate, non finite, grezze, che conferiscono al pezzo scultoreo un’aura atemporale e universale.
La tensione di Brancusi verso l’alto, l’elevato, il trascendente lo porta a stigmatizzare la figura dell’uccello quale simbolo di questo suo sentire. Da ciò scaturisce la nota serie dedicata agli uccelli, “Maiastra” e “Uccello nello spazio”, intrisa di elementi iconografici antichi e folcloristici a partire dalla leggenda rumena del principe aiutato da un uccello a vincere sul male, a rimandi all’arte egizia. Svettano queste sculture filiformi, appuntite, che accondiscendono agli stilemi modernizzanti che si stanno diffondendo all’epoca nella realtà parigina.
Vivendo in quest’atmosfera, incontrando artisti quali Modigliani, Archipenko, Satie, lo scultore opera un efficace connubio tra la sua realtà originaria e la realtà d’avanguardia. E la perseveranza e la sfida nei confronti di qualcosa di nuovo sono parti integranti della sua personalità che tende a mettersi in discussione nella fase produttiva.
Una figura che ispirerà costantemente Brancusi sarà il musicista Satie. Egli nella sua opera, “Socrate” riprodurrà nelle forme la struttura musicale di brani del musicista. Non esistono limiti nelle arti, è un fluire osmotico da parte a parte. Non c’è confine nemmeno tra arte e vita reale, che coincidono nel suo ideale. Il suo studio è la sua casa. Come egli stesso dirà: “L’arte è la realtà stessa, l’arte è trasfigurazione della vita”. E ogni parte della composizione scultorea, compreso il basamento, è in dialogo tra sé e le altre parti, da cui la creazione di “gruppo mobile” che nella sua interezza acquisisce significato artistico.
Costanza Marana