Coca-cola sponsorizzerà Cop 27: una partnership paradossale

Coca-cola sponsorizzerà Cop 27

L’azienda più inquinante al mondo e responsabile di 1\5 di tutta la plastica prodotta ogni anno, Coca-cola, sponsorizzerà la ventisettesima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.

Che cos’è Cop 27?

Nel 1992 alcuni paesi firmarono un accordo di collaborazione per stabilire regole e pratiche volte ad arginare il problema dell’inquinamento, lavorando attivamente per ridurre le emissioni di gas serra e il conseguente riscaldamento globale. I paesi aderenti firmarono un trattato “United Nations Framework Convention on Climate Change” (UNFCCC), meglio noto come Accordi di Rio, per  ridurre le emissioni di gas serra e il conseguente riscaldamento globale. Il protocollo entrò in vigore nel 1994 e dall’anno successivo i Paesi aderenti iniziarono a riunirsi annualmente per discutere degli impegni presi. Questi incontri noti come Cop, Conferenza ONU sul cambiamento climatico, ebbero inizio nel 1995, a Berlino.

Coca-cola sponsorizzerà Cop 27

Quest’anno la Conferenza si terrà a Sharm el-Sheikh e la presidenza dell’evento ha annunciato in un comunicato  che Coca-cola sponsorizzerà Cop 27. L’azienda statunitense, secondo il rapporto globale di Brand Audit, per il quarto anno consecutivo, si posiziona come l’impresa più inquinante al mondo con 120 miliardi di bottiglie di plastica prodotte ogni anno . Per capire il danno ambientale di questi numeri, bisogna tener presente che il 99% della plastica utilizzata per le bottiglie deriva da prodotti chimici ottenuti dalla combustione dei fossili. Il problema, dunque, non è solo relativo allo smaltimento delle tonnellate di plastica prodotta, ma anche alla sua produzione stessa, che contribuisce alla formazione dei gas serra che surriscaldano il nostro pianeta.

Gli obiettivi di Coca-cola

L’azienda da tempo ha annunciato un cambiamento di direzione nelle politiche di produzione: nel 2018 aveva lanciato l’iniziativa di riciclare una bottiglia ogni volta che una veniva venduta e, più di recente, aveva annunciato una produzione più “green” con bottiglie di plastica 100% riciclate, ma la strada è evidentemente ancora lunga. Coca-cola ha dichiarato che la partnership con Cop 27 è in linea con gli obiettivi dell’azienda per la salvaguardia dell’ambiente, quali l’impegno di ridurre le emissioni di carbonio del 25% entro il 2030 e di arrivare a zero nel 2050.

La reazione di Greenpeace

Non hanno tardato ad arrivare le reazioni degli ambientalisti che hanno giudicato eticamente sbagliata la partnership decisa dal governo egiziano. Emma Priestland, coordinatrice di Break Free From Plastic, ha esternato il suo sgomento e sostiene che questa partnership sia una manifestazione di puro greenwash. John Hocevar, Direttore della campagna per gli oceani di Greenpeace USA, ha dichiarato a The Guardian che la partnership con Coca-cola sia sconcertante perché l’impresa non solo non collabora al raggiungimento degli obiettivi della COP, ma mina l’obiettivo stesso.

Green Peace, già nel 2021, nel report The Climate Emergency Unpacked  si era scagliata contro Coca-cola, Nestlé e Pepsi,  che contribuiscono con le loro produzioni ad aggravare le problematiche ambientali.  Greenpeace denuncia i tentativi delle aziende di nascondere il legame diretto tra la produzione della bevanda e degli imballaggi con l’industria dei combustibili fossili. Le industrie promuovono poi, per legittimare l’uso della plastica, la pratica del “riciclo chimico”, scientificamente inefficace: solo il 7% della plastica utilizzata può essere riciclata, e la plastica è spesso soggetta a processi di downcycling. 

Il downcycling

Il downcycling è un processo che trasforma il materiale di scarto in oggetti dotati di un valore minore rispetto a quello degli oggetti da cui è  stato ricavato. La plastica è soggetta al downcycling perché ogni volta che viene lavorata e modificata diventa più debole, e spesso è necessario aggiungere altre sostanze chimiche al prodotto per consentirne la conversione. Dunque, oltre a rappresentare un riciclo parziale, viene anche ridotto il valore del materiale di partenza e il suo ciclo di vita; solo l’1% dei rifiuti in plastica può essere riciclato più di una volta.

 

Ludovica Amico

 

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