Coalizione Navale Usa: pattugliamenti di fronte a Iran e Yemen

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L’amministrazione Trump è intenzionata a creare una coalizione navale internazionale per prevenire altri attacchi alle petroliere nella zona antistante Iran e Yemen.

Il Generale della Marina Joseph Dunford ha dichiarato che il ruolo degli Stati Uniti per la coalizione navale sarà quello di coordinare e garantire servizi di sorveglianza e intelligence, mentre gli stati della coalizione forniranno le navi e il servizio di scorta.

L’area dello Stretto di Hormuz e di Bāb el-Mandeb è di importanza strategica per il passaggio delle petroliere: un quinto del traffico mondiale totale di greggio transita per la zona.

L’idea USA prevede di formare una coalizione navale internazionale che assicuri la libertà di transito e la sicurezza delle navi nella zona, sopratutto a seguito dei timori americani su un rinforzo nucleare iraniano e degli attacchi alle petroliere nella zona.

Attacchi che secondo Trump vedrebbero il coinvolgimento dello stato iraniano.

Le tensioni USA e Iran sono in aumento sin dall’ottobre scorso, dopo il discorso piuttosto duro e ammonitore di Trump durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York.




A partire da questa primavera le tensioni tra i due stati sono aumentate, con accuse reciproche di avvallare politiche piuttosto aggressive. .

Abbiamo un’idea piuttosto chiara di quello che vogliamo fare” ha dichiarato Dunford “Il comando centrale ha impostato una linea di azione delle operazioni piuttosto buona e adesso possiamo discutere con i nostri patner con un certo grado di specificità”.

Non son ancora chiare le dinamiche di organizzazione della partnership: emerge chiaramente che il ruolo degli Stati Uniti sarà di coordinazione e condivisione delle informazioni di intelligence, mentre gli alleati fornirebbero le navi di pattuglia.

Gli Stati Uniti sono in grado unicamente di fornire prestazioni di comando e controllo, di intelligence, sorveglianza e ricognizione. Ma l’aspettativa è che i pattugliamenti e le scorte vengano effettuate dagli altri stati” afferma Dunford.

“Penso che molto probabilmente nelle prossime settimane sarò in grado di identificare quali nazioni hanno l’interesse e la volontà politica per supportare l’iniziativa e in seguito potrò lavorare direttamente con i militari per identificare le capacità specifiche possano supportarla”.

Chiara Nobis

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