Questo maggio, a Manua Loa, Hawaii, l’osservatorio atmosferico del NOAA ha rilevato la più alta presenza di CO2 nell’atmosfera da quando sono iniziate le misurazioni 63 anni fa.
Le rilevazioni sono arrivate dall’osservatorio posizionato a 3400 metri sopra il livello del mare, sul fianco di un vulcano. La CO2 nell’atmosfera, ha raggiunto la media mensile di 419 parti per milione mentre a fine maggio 2020 il valore si era attestato a 417,9 ppm.
Il senior Scientist presso il NOAA Global Monitoring Laboratory Pieter Tans ha affermato in proposito:
Ogni anno aggiungiamo all’atmosfera circa 40 miliardi di tonnellate di inquinamento da CO2. Se vogliamo evitare un catastrofico cambiamento climatico, la massima priorità deve essere ridurre a zero l’inquinamento da CO2 il prima possibile.
In più, le misurazioni per i primi cinque mesi del 2021 hanno mostrato un aumento di 2,3 ppm rispetto agli stessi cinque mesi del 2020, un aumento simile a quello degli anni tra il 2010 al 2019. Questo mostra come non ci sia alcun segnale di riduzione nei dati dovuto alla situazione economica globale durante la pandemia di coronavirus.
I dati sono ancora più allarmanti poiché provengono dal Mauna Loa Observatory, situato in una posizione ideale per evitare l’influenza di inquinamento locale e di vegetazione. Si guarda a questo osservatorio quando si vuole una media della CO2 nell’atmosfera dell’emisfero nord.
Perché il mese di maggio è importante per misurare la CO2 nell’atmosfera?
Il valore medio mensile più alto di CO2 si verifica a maggio perché durante l’autunno, l’inverno e l’inizio della primavera, le piante e il suolo emettono CO2, arrivando al picco nel quinto mese dell’anno.
A cosa stiamo andando incontro?
La climatologa presso la Cornell University Natalie Mahowald ha affermato:
Raggiungere il 50% in più di biossido di carbonio rispetto a quello preindustriale sta davvero stabilendo un nuovo record e non in un buon modo.
Secondo le stime del climatologo Richard Betts, negli ultimi 30 anni, si è registrato lo stesso aumento visto nei 200 precedenti.
Il carico atmosferico di CO2 è ora paragonabile a quello dell’optimum climatico del Pliocene, tra 4,1 e 4,5 milioni di anni fa, quando la CO2 era vicina o superiore a 400 ppm. Durante quel periodo, il livello del mare era di circa 24 metri più alto di oggi, la temperatura media era di 5 gradi più alta rispetto ai tempi preindustriali.
Quando vedremo le conseguenze?
Già oggi. Sulla pagina del climatologo Zeke Hausfather è possibile vedere il tweet con i dati del Copernicus Climate Change Service. Il mese di maggio, oltre il record per la CO2, è anche riuscito a classificarsi quinto nei mesi più caldi di sempre. Una medaglia d’oro e una di bronzo, niente male!
Il cambiamento climatico, però, non si limita ad aumentare le temperature. Gli studi mostrano che rende le condizioni meteorologiche estreme – tempeste, incendi, inondazioni e siccità – peggiori e più frequenti.
Provoca anche effetti sulla salute e provoca l’innalzamento e l’aumento dell’acidità degli oceani.
Per tali ragioni, nel 2015 , è stato firmato l’accordo di Parigi per cercare di mantenere il cambiamento climatico al di sotto dei livelli considerati pericolosi.
Alla luce di quanto emerso, è da augurarsi un continuo e maggiore impegno per l’obiettivo zero emissioni di CO2.
Francesco Maria Trinchese