Una molecola basta analizzarla ed è possibile fare luce su parte delle cause che portano all’inquinamento atmosferico, del riscaldamento climatico e dell’impatto dei combustibili fossili sulla qualità dell’aria.
Se ne sono occupati alcuni ricercatori guidati da Jun Ye, dell’istituto Jila, Joint Institute for lab astrophysicis, di Boulder, in Colorado, che hanno pubblicato i risultati sulla rivista Science.
Attraverso un’indagine accurata ha affermato Jun Ye:
Siamo riusciti a seguire la reazione della molecola passo dopo passo, e capirla completamente. Ora siamo in grado di elaborare dei modelli più accurati dei processi chimici atmosferici, compresi quelli che ricostruiscono la formazione degli inquinanti all’inteno della molecola.
Ma la responsabilità sembra essere anche dell’uomo secondo un altro studio condotto da Eimear Dunne, dell’Istituto metereologico finlandese, che ha invece affemato che le particelle che si formano nell’atmosfera sono tutte collegate all’ammoniaca e ai composti organici creati dall’uomo, e non alle radiazioni solari o i raggi cosmici.
I ricercatori finlandesi hanno scoperto che il tasso di formazione delle particelle di aerosol viene potenziato dall’aumento dell’ammoniaca e di composti organici, mentre l’intensità dei raggi cosmici ha poco effetto.
Questo è quanto è possibile trovare in un articolo ulteriormente approfondito su Ansa.it
Ulteriore passo fondamentale che potrebbe portare ad un miglioramento dello stile di vita di una società poco disposta a rinunciare alle proprie abitudini anche se ciò potrebbe migliorare l’aria che respiriamo.
Veronica Gioè