Si avvicina la chiusura della tormentata trattativa che porterà alla cessione del Milan nelle mani di Yonghong Li, unico investitore cinese rimasto in corsa per l’acquisto della società rossonera. Il closing è stato fissato il 14 aprile, viglia del derby di campionato contro l’Inter.
A piccoli passi verso la chiusura
Nell’ultima settimana si è sciolto il noto legato alla terza caparra di 100 milioni, il cui pagamento era stato continuamente rinviato. Con due acconti separati di 20 e 30 milioni, Li Yonghong ha portato a 250 i milioni versati fino ad ora, offrendo garanzie sul versamento degli altri 50 necessari a completare la terza tranche di pagamento.
Rispetto alle scorse settimane ora c’è molto più ottimismo verso la chiusura, soprattutto per quanto riguarda i fondi a disposizione di Li. Il cinese dispone delle garanzie di due hedge funds di livello mondiale come Huarong ed Elliot, per cui nel post closing la situazione potrebbe essere più semplificata.
SES chiude, ora c’è Rossoneri Sport Investment Lux
Una determinante per il completamento dell’operazione è stata la definitiva chiusura della holding che avrebbe dovuto, in prima battuta, rilevare la società rossonera (Sino Europe Sports). Con un comunicato ufficiale pubblicato il 25 marzo, la nuova società di Li (Rossoneri Sport Investment Lux) ha annunciato di aver preso il posto di Sino Europe Sports nell’operazione.
“Con riferimento all’accordo firmato con Fininvest S.p.A., che prevede per venerdì 14 aprile la data del closing relativo alla compravendita della partecipazione detenuta dalla stessa Fininvest nell’AC Milan, Rossoneri Sport Investment Lux annuncia che sono stati perfezionati gli accordi per la messa a disposizione di tutti i fondi necessari a finalizzare l’acquisizione. A seguito di una approfondita analisi è stata definita una nuova struttura, completamente esterna alla Cina, al fine di portare a termine la transazione. La nuova entità che ha formalmente preso il posto di SES nell’operazione è la Rossoneri Sport Investment Lux, controllata da Yonghong Li”
Arrivati i fondi, Li sposta la base in Lussemburgo
Come si legge nel comunicato, Li ha completato il funding necessario alla chiusura dell’operazione spostando il baricentro delle operazioni dalla Cina all’esterno, in una nuova holding con sede in Lussemburgo. Fondata il 21 dicembre, questa sarebbe dovuta essere soltanto l’ultimo veicolo della catena di controllo orientata all’acquisizione del Milan. Tutte le operazioni mancanti saranno condotte off-shore; sia i 270 milioni necessari per completare l’acquisto, sia i 100 di gestione ordinaria per la stagione 16/17, circa 80 dei quali da rimborsare a Fininvest. Da ora in poi sarà quindi opportuno parlare di proprietario cinese, piuttosto che di capitali cinesi.
La situazione è stata sbloccata grazie al finanziamento ponte di 303 milioni di euro ricevuto da Li per mano del fondo americano Elliot. Di questi, 180 potrebbero essere destinati all’acquisizione della società dal gruppo Fininvest, mentre altri utilizzati per finanziare operazioni a breve termine nella società rossonera.rr4r
Il Milan va in Borsa?
Yonghong Li ed il suo braccio destro, Han Li, potrebbero avere un business plan aggressivo. Per recuperare i capitali necessari al rimborso, la nuova proprietà potrebbe decidere di quotare i titoli del Milan nella borsa di Hong Kong.
Il Financial Times riporta che l’IPO (Initial Public Offering) sul listino asiatico potrebbe avvenire entro 18 mesi. Secondo Il Sole 24 Ore invece, i capitali potrebbero essere piazzati a Wall Street, poiché per poter agire in alcune piazze finanziarie, fra cui Hong Kong, è necessario avere tre attivi in bilancio consecutivi.
Dato che il bilancio 2016 che sarà approvato a breve dovrebbe chiudersi con passivi superiori ai 70 milioni di euro, non sarà possibile entro il 2018 riuscire a inanellare tre positivi consecutivi. In questo caso le operazioni sul mercato borsistico cinese dovrebbero essere rimandate e l’opzione americana potrebbe essere plausibile. L’operazione sarebbe molto simile a quella effettuata nel 2012 dai proprietari americani (Glazer) del Manchester United per ripianare i propri debiti post acquisizione.
Fabio Rivera