Guerre, carestie, migrazioni e fine della civiltà umana: questo è ciò che ci aspetta per il climate change estremo previsto nei prossimi trent’anni.
Gli esperti australiani del National Center for climate restoration, seguiti da David Spratt e Ian Dunlop, hanno condotto degli studi chiamati “Existential climate-related security risk”sul clima e sugli effetti raccapriccianti che il climate change avrà sul pianeta. Secondo quanto emerso da queste ricerche, nel giro di trent’anni il riscaldamento globale raggiungerà livelli mai raggiunti prima, fino a toccare i tre gradi centigradi e oltre. Lo studio prende in considerazione rischi non citati negli Accordi di Parigi, ma che hanno di fatto importanza e affidabilità, come per esempio il long term carbon feedback. Quest’ultimo è un meccanismo dl pianeta che amplifica i cambiamenti climatici autonomamente, accelerando ogni processo.
Come si arriverà alla fine della società umana?
Le ipotesi e le statistiche degli studiosi mostrano come il decennio del 2020-2030 sarà caratterizzato dall’inconsapevolezza e l’indifferenza. In questo lasso di tempo sarebbe ancora possibile attuare stili di reazione positivi, utilizzando le risorse a nostra disposizione e un’economia priva di emissioni. Secondo le previsioni non ci saranno cambiamenti significativi e l’uomo perderà la sua ultima occasione di cambiare le cose.
Ciò porterà i livelli di anidride carbonica a livelli elevatissimi nel 2030 a cui l’uomo cercherà, finalmente, di trovare una soluzione, senza riuscirci. Infatti, se dovesse andare tutto come le previsione del National Center, nel 2050 i gradi del surriscaldamento saranno tre e le conseguenze disastrose. Arrivando ad una situazione estrema come questa, il climate change porterebbe alla distruzione della civiltà umana in poco tempo. Innanzitutto, la maggior parte degli ecosistemi non esisterebbero più e i territori in cui vive il 55% della popolazione saranno caratterizzati da circa 20 giorni di caldo estremo all’anno. A causa del climate change non si potrà più vivere nel Mediterraneo, Australia interna, Medio Oriente, Asia Occidentale e buona parte degli Stati Uniti, soprattutto per l’aridità eccessiva. A questo seguirà una crisi idrica, l’immobilità dell’agricoltura, carestie e di conseguenza guerre e migrazioni.
I gradi del riscaldamento aumenteranno anche dopo il 2050 e le creazioni dell’uomo scompariranno. Hans Joachim Shellnhuber, esperto del Potsdam Institute, spiega che con molte probabilità la specie umana sopravviverà al climate change, ma dovrà ricostruire tutto da capo.
Il climate change diverrebbe estremo e non risanabile sopratutto dopo alcuni avvenimenti, come lo scioglimento dei ghiacci e l’innalzamento dei mari. A seguito di ciò, ogni azione e intervento dell’uomo non avrà più senso e sarà inutile.
Visti questi recenti studi e gli effetti dell’inquinamento già evidenti, è necessario agire subito. Non si può più aspettare o sarà troppo tardi.
Asia Lupo