Clima e arte possono sembrare due categorie con ben poco in comune. Eppure, negli ultimi tempi il settore artistico sta muovendo passi significativi per aggiornare le proprie politiche ambientali.
Il 2020 si sta rivelando un anno particolare anche dal punto di vista ambientale. Le stime trimestrali fornite dall’Ispra rivelano una riduzione del 5.5% delle emissioni di gas serra nell’atmosfera. Un risultato incoraggiante, se paragonato alle percentuali degli scorsi anni, e tuttavia ancora lontano dagli obiettivi prefissati.
In aiuto dell’ambiente arriva anche l’arte. Musei, gallerie, artisti e operatori culturali si interessano da anni alla tematica, rendendola protagonista di opere e campagne di sensibilizzazione. Adesso più che mai però si percepisce una forte mobilitazione in campo artistico. L’obiettivo? Una sostanziale innovazione delle politiche ambientali.
Gallerie in prima linea
Le gallerie stanno dimostrando una certa attenzione al rapporto tra clima e arte. Ne è un esempio Hauser & Wirth, che non più tardi di gennaio assegnava una significativa donazione all’iniziativa Art for Acres per la conservazione forestale su larga scala.
Un tasto particolarmente dolente è il settore dei trasporti. Le opere d’arte viaggiano di mostra in mostra, e ogni viaggio costa all’ambiente una scatola di legno su misura e diversi metri di pluriball protettivo. La svolta digitale degli ultimi mesi è stata di grande aiuto, ma non è sufficiente a garantire un cambiamento a lungo termine. Per questo motivo stanno emergendo segnali nuovi verso una cultura più responsabile, dall’utilizzo di imballaggi in materiale riciclato come le ROKBOX agli accordi per trasporti di massa.
L’importanza del legame tra clima e arte stimola anche nuove alleanze. E’ il caso di Committing To a Climate-Conscious Future for NYC Galleries, una lettera partita da New York che invoca più attenzione alla questione del cambiamento climatico. I firmatari, oltre cento professionisti di settore, si impegnano a valutare l’impatto reale delle proprie attività e agire di conseguenza.
Proponiamo una nuova normalità per le nostre gallerie, con principi di resilienza integrati nei nostri quadri operativi. Immaginiamo una coalizione di alleati all’interno e tra le nostre gallerie, che collabori per dare priorità a un processo decisionale attento al clima in tutto il nostro settore.
Una presa di posizione forte, sintomo di una nuova coscienza che dalle parole vuole passare ai fatti. Da qui nasce anche l’idea di fornire a tutti i firmatari una piattaforma di condivisione di risorse, idee ed esperienze, utile ad agevolare il processo di trasformazione.
La posizione degli artisti
Se il mondo dell’arte si sta preparando a evolvere in favore dell’ambiente, gli artisti lavorano in questa direzione da anni. Dal padiglione in sughero e mattoni realizzato dal collettivo Counterspace nei Kensington Gardens di Londra ai progetti di Jenny Holzer e Olafur Eliasson per la Giornata della Terra 2020, clima e arte si stanno sfiorando sempre più spesso sul palcoscenico mondiale.
Gli artisti hanno raccolto la sfida di creare simboli abbastanza potenti da irrompere nella coscienza collettiva.
William S. Smith, editore di Art in America
C’è chi sceglie un approccio eco-critico e chi utilizza materiali ecologici. Alcuni artisti denunciano la tendenza umana all’auto-distruzione, come lo street artist italiano Blu. Altri utilizzano materiali di recupero, come fa il collettivo Yodogawa Technique con le sue sculture di rifiuti. Altri ancora sognano nuovi modelli di vita, come faceva Joan Jonas nell’ultima Biennale di Venezia con la sua performance Moving Off The Land. Lo sguardo dell’arte ha innumerevoli sfaccettature, e tutte gridano un segnale d’allarme.
E i musei?
Anche i musei stanno facendo la loro parte. Mostre focalizzate sul tema del cambiamento climatico, campagne di divulgazione e cataloghi in materiali eco-friendly sono alcuni degli strumenti messi in campo, ma non sono certo gli unici.
Un elemento-chiave delle nuove politiche museali è la riduzione del proprio impatto ambientale. In Italia sono molti gli esempi di istituzioni che si sono mosse in questa direzione. Tra questi figurano il Mart di Rovereto, che ha investito in un software di controllo delle luci orientato al risparmio energetico, e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino.
Tuttavia, una delle azioni più potenti che un museo può avviare è spesso sottovalutata: considerare ciò che ha in dotazione e il ruolo che svolge nella lotta per la vita del nostro pianeta.
Anna Raginskaya, consulente finanziario
Il forte legame tra clima e arte richiede un ripensamento totale delle politiche ambientali in campo museale. E’ in quest’ottica che si inserisce Reimagining Museums for Climate Change, il concorso sviluppato da UK Arts and Humanities Council e aperto a designer, architetti, accademici, artisti e operatori museali. La sfida sarà ridisegnare il museo come istituzione, fornendolo dei giusti strumenti per aiutare la società a trasformarsi, adattarsi e salvaguardare il proprio ecosistema.
Carlotta Biffi