Quando il clima impazzisce, i grandi del mondo si mettono in moto.
Sembra che Cina e Stati Uniti si siano finalmente decisi ad attivarsi concretamente per la salvaguardia del nostro pianeta e frenare i cambiamenti climatici che minacciano la vita sulla Terra.
Il 3 settembre, Barack Obama e Xi Jinping hanno annunciato la ratifica dell’accordo sul clima di Parigi (dicembre 2015). Firmato da 195 Paesi, il CoP21 entrerà in vigore nel 2020 se 55 Paesi, produttori del 55% delle emissioni mondiali di gas serra, lo avranno ratificato.
Gli obbiettivi di questo accordo non riguardano solo la limitazione del surriscaldamento globale, ma anche il finanziamento di risorse pulite. Esso prevede che vengano stanziati 100 miliardi di dollari ogni anno come sostegno ai Paesi in via di sviluppo. Sono proprio questi ultimi, impegnati a perseguire la propria crescita economica, a sembrare meno sensibili riguardo al problema climatico. Comportamento attuato anche dai paesi industrializzati, essi però sanno fingere meglio il loro amore per il pianeta.
Il cammino è ancora lungo e il 2020 non è così lontano come può sembrare. Ad oggi sono solo 26 i Paesi che hanno ratificato l’accordo di Parigi, nazioni che non sfiorano nemmeno l’1% delle emissioni globali. Ecco perché la ratifica di Cina e Stati Uniti, che da soli sono responsabili del 40% circa delle emissioni di Co2, è fondamentale.
Benché gli obbiettivi fissati siano molto ambiziosi e prevedano anche significativi incrementi nel prossimo futuro, sembrano restare promesse sospese nel vuoto.
Anche se si è sempre più coscienti dell’evidente problema che potrebbe portarci addirittura all’estinzione, la resistenza dei leader mondiali è ancora forte.
Quando i soldi hanno una priorità maggiore sulla salute e sulla vita, gli effetti non possono che essere disastrosi. Siamo giunti al punto in cui non basta più fare qualcosa nel proprio piccolo, serve molto di più. Ogni leader politico, ogni dirigente di qualche multinazionale o azienda deve impegnarsi affinché si verifichi un radicale cambiamento di rotta.