Claudette Colvin raccontata in Noir l’installazione immersiva al MEET di Milano

La storia di Claudette Colvin, raccontata attraverso il linguaggio della realtà aumentata, consente allo spettatore di immergersi in quel difficile contesto che erano gli Stati Uniti negli anni '50.

Claudette Colvin

Noir è l’installazione immersiva che racconta la storia di Claudette Colvin, simbolo della lotta dei diritti delle persone afroamericane negli USA. Simile alla vicenda che coinvolse Rosa Parks, ma avvenuta nove mesi prima, la storia di Colvin viene attualmente raccontata attraverso il linguaggio della realtà aumentata al MEET Digital Culture Center di Milano fino al 10 marzo.

Noir l’installazione immersiva

L’installazione che racconta attraverso la realtà aumentata la storia dell’attivista afroamericana, dopo aver fatto tappa al Tribeca di New York e al Centre Pompidou di Parigi, arriva al MEET Digital Culture Center di Milano, dove sarà visitabile fino al 10 marzo. Agli spettatori che visiteranno la mostra, in gruppi da dieci persone, verranno forniti dei visori AR Hololens 2, che permettono di vedere contemporaneamente sia il mondo reale che quello virtuale, insieme a delle cuffie a conduzione ossea.

Grazie a queste apparecchiature e a uno scenario di 250 metri quadri allestito per l’occasione, gli spettatori potranno rivivere in prima persona quel giorno. L’esperienza immersiva diretta da Stéphane Foenkinos e Pierre-Alain Giraud ha una durata di 32 minuti, una voce fuori capo fa da guida, e presenta vari scenari: i campi di cotone che caratterizzavano la zona extraurbana della capitale dell’Alabama, il bus dove si è svolto l’episodio cruciale e la cella di Claudette.

Il MEET DIgital Culture Center

Il MEET è il primo Centro Internazionale per l’Arte e la Cultura Digitale, fondato a Milano nel febbraio 2018 attraverso l’unione di Fondazione Cariplo e Meet the Media Guru. Nasce con l’obiettivo di ridurre il divario digitale in Italia e promuovere una nuova consapevolezza sulla tecnologia come risorsa per la creatività e il benessere sociale.

È uno spazio fisico e virtuale che organizza eventi, mostre, masterclass e esperienze digitali per il territorio lombardo e nazionale, mentre funge anche da nodo italiano per una rete globale.
Nel 2020, inaugura la sua sede a Milano in Porta Venezia, progettata per essere uno spazio multimediale dall’architetto Carlo Ratti.

Claudette Colvin: la storia

A differenza della celebre storia di Rosa Parks, diventata simbolo della lotta per i diritti delle persone nere, la storia di Claudette Colvin finì presto nel dimenticatoio, per poi tornare in auge grazie al romanzo Nera: La vita dimenticata di Claudette Colvin, pubblicato nel 2019 dalla scrittrice francese Emilie Plateau. Claudette Colvin nacque il 5 settembre 1939 a Montgomery, Alabama. Crescendo in una famiglia afroamericana, Claudette visse in prima persona gli effetti della segregazione razziale che caratterizzava la società americana degli anni ’50.

Il 2 marzo 1955, la giovane ragazza di soli 15 anni, stava tornando a casa in autobus dalla Booker T. Washington High School e sedeva nella sezione riservata ai neri, come richiesto dalle leggi segregazioniste dell’epoca. Quando una donna bianca salì sul bus, il conducente chiese di a Claudette e ad altre tre donne nere, delle quali una era incinta, di alzarsi per lasciarle il posto, Claudette si rifiutò, dichiarando che occupare quel posto era un suo diritto costituzionale. Dopo il suo gesto di rivolta, Claudette fu accusata di disturbo della quiete pubblica, condotta violenta e violazione delle leggi di segregazione e venne fatta scendere dal bus e arrestata.

La storia di Claudette catturò l’attenzione della National Association for the Advancement of Coloured People (NAACP), una delle prime e più influenti associazioni per i diritti civili negli Stati Uniti, tuttavia, nonostante la ricerca di una figura adatta a rappresentare la lotta contro la segregazione razziale, l’associazione decise di non sostenerla pubblicamente. La decisione derivò principalmente dal fatto che Claudette poco dopo l’arresto scoprì di essere incinta di un uomo bianco, uno scandalo per l’epoca, che avrebbe fatto più notizia del gesto di rivolta, venne scelta, invece, la storia di Rosa Parks, mediaticamente più appetibile.

Claudio De Rosa

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