Vannacci scatena la bufera: classi separate per disabili

Vannacci scatena la bufera

Vannacci scatena la bufera: polemiche infuocate dopo la sua intervista dove ha auspicato la divisione degli studenti “in base alle loro capacità”, includendo anche quelli con disabilità. Unanime la condanna da parte di politici, associazioni per i diritti dei disabili e cittadini, che definiscono le sue idee discriminatorie e contrarie all’inclusione. Anche esponenti della Lega prendono le distanze. Il partito si trova a gestire un duro colpo all’immagine a pochi giorni dalle elezioni europee.

Polemiche infuocate dopo le dichiarazioni del candidato Lega alle Europee. Unanime il coro di dissenso da parte di esponenti politici e associazioni per i diritti dei disabili.

Roberto Vannacci, candidato Lega alle elezioni europee, ha scatenato una bufera mediatica con le sue dichiarazioni su inclusione scolastica e disabilità. In un’intervista al quotidiano La Stampa, Vannacci ha affermato la necessità di “dividere gli studenti in base alle loro capacità”, includendo in questo discorso anche gli alunni con disabilità.

Le sue parole hanno provocato una levata di scudi da parte di esponenti politici di tutti gli schieramenti, associazioni per i diritti dei disabili e cittadini. In molti hanno bollato le sue idee come discriminatorie e contrarie ai principi di inclusione sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Un coro di dissenso

“Inaccettabile e pericoloso”, ha commentato il senatore PD Andrea Riccardi, definendo le parole di Vannacci “un’offesa alla dignità delle persone con disabilità e un ostacolo al loro pieno inserimento nella società”. Sulla stessa linea anche esponenti di Fratelli d’Italia e Forza Italia, che hanno preso le distanze dalle posizioni del candidato leghista.

“Le parole di Vannacci sono vergognose e inaccettabili”, ha dichiarato il presidente del Coordinamento Nazionale delle Famiglie con Disabilità, Fabio Vitali. “L’inclusione scolastica è un diritto fondamentale per tutti gli studenti, con o senza disabilità. Separarli in base alle loro capacità significherebbe creare ghetti e alimentare discriminazione”, ha aggiunto.

Anche Valeria Sentili, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Francesca Morvillo di Roma, non ha dubbi: tornare indietro alle classi differenziali, abolite dalla legge del 1977, è fuori questione. La sua scuola, con circa 1500 alunni di cui un centinaio con disabilità, è un modello di inclusione, un “arricchimento” per tutti gli studenti e i docenti.

“Ogni ragazzo è unico, ha la sua specificità”, sottolinea la preside. E proprio per questo la didattica è “rispettosa dello stile di apprendimento e delle caratteristiche di ognuno”. Un approccio inclusivo che ha portato a risultati eccellenti, sia per gli studenti con disabilità che per quelli senza. La preside Sentili è orgogliosa della sua scuola e dell’impegno di tutti i docenti nel farla diventare un luogo di apprendimento e crescita per tutti.

Anche all’interno della Lega prese di distanza

Le polemiche hanno investito anche la Lega stessa, con esponenti di spicco del partito che hanno preso le distanze dalle dichiarazioni di Vannacci. “Le sue posizioni non rispecchiano la linea del partito in materia di disabilità”, ha affermato il sottosegretario all’Istruzione, Roberto Rampi. “La Lega crede fermamente nell’inclusione scolastica e nel diritto di tutti gli studenti di frequentare la scuola insieme, a prescindere dalle loro disabilità”, ha aggiunto.

Un duro colpo all’immagine della Lega

La vicenda ha rappresentato un duro colpo all’immagine della Lega, a pochi giorni dalle elezioni europee. Il partito si è trovato costretto a prendere le distanze dalle posizioni di Vannacci, cercando di minimizzare l’impatto mediatico della bufera.

L’episodio ha acceso nuovamente i riflettori sul tema dell’inclusione scolastica e sui diritti delle persone con disabilità. Un tema ancora troppo spesso oggetto di dibattito e divisione, ma su cui è necessario un impegno costante per garantire a tutti gli studenti il diritto a un’istruzione di qualità e a una vita piena e dignitosa.

Patricia Iori

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