Il Senato da il definitivo via libera al ddl sulla Class Action.
La legge sulla class action sposta la disciplina, oggi prevista nel codice del consumo, nel codice di procedura civile, eliminando tutti i riferimenti ai consumatori o agli utenti, per permettere l’attivazione a tutti i cittadini per il risarcimento per lesioni di “diritti individuali”.
La Class Action
È uno strumento che permette ai cittadini di unirsi contro imprese, enti pubblici o privati, per la lesione di diritti posta in essere nello svolgimento delle attività.
Una procedura snella, affidata al tribunale delle imprese. Prevede tre fasi: l’ammissibilità dell’azione (entro 30 giorni, reclamabile entro altri 30 giorni), la decisione sul merito e la liquidazione delle somme. Inoltre, viene prevista anche la possibilità di aderire sia prima che dopo la sentenza di accoglimento, entro determinati termini. La class action appena votata, inoltre, potrà essere chiesta anche per eventi accaduti prima dell’entrata in vigore.
Con la nuova Class Action viene data la possibilità ai cittadini di riunirsi, creare un fondo comune, e contrastare, in una situazione di parità, società o enti economicamente più forti.
Tutto ciò potrà avvenire, però, solo attraverso l’adesione ad organizzazioni o associazioni senza scopo di lucro. I cui obiettivi dovranno essere proprio la tutela di quei diritti di cui si chiede il risarcimento.
«[…] possono proporre l’azione di cui al presente articolo esclusivamente le organizzazioni e le associazioni iscritte in un elenco pubblico istituito presso il Ministero della giustizia.[…]».
Le critiche a questa legge, varata in tempi da record, vengono soprattutto da Confindustria. Si ritiene che per le sue caratteristiche, specie per la retroattività, una legge punitiva per le imprese. Si teme inoltre che questa legge penalizzerà le imprese e renderà più difficili gli investimenti.
Al di là di possibili problemi, dovuti anche alla sua velocità di realizzazione, la legge risulta una grande vittoria per i cittadini nelle lotte con controparti economicamente più forti e avvantaggiate.