Stupenda iniziativa di Mauro Manuello, uno dei maggiori esponenti dell’associazione “Cittadinanza attiva”, che nella provincia di Imperia, ha fondato una squadra di calcio composta interamente da giovani rifugiati africani. Il team è stato denominato “Piccola Africa” ed è formato da ragazzi migranti sui vent’anni provenienti da Nigeria, Gambia, Costa d’Avorio, Mali, Senegal e Guinea.
Tra lezioni di italiano e lavoretti vari (come ad esempio coltivare l’orto), questi giovani si allenano sul campo di Caramagna Ligure il martedì dalle 15:30 alle 17:30 per allenamenti e partite. In attesa dei documenti necessari per poter continuare a soggiornare in Italia, i membri di “Piccola Africa” proseguono attraverso lo sport il loro processo di integrazione.
Inoltre alcuni dei ragazzi hanno destato le attenzioni degli osservatori, sia per quanto concerne le qualità tecniche, sia per quel che riguarda la prestanza fisica e la resistenza. E chissà se da questa piccola realtà non possano venir fuori i campioni del domani.
Diverse società negli anni hanno attinto dall’Africa, su tutte l’Udinese, che ha lanciato campioni del calibro di Appiah, Muntari, Badu, Asamoah, Fofana, Benatia e Armero, solo per citarne alcuni. Stavolta non c’è bisogno di spostare la propria rete di osservatori nel continente nero, basterà fare pochi chilometri e dirigersi in Liguria.
Tornando a “Piccola Africa”, ecco le parole dell’artefice di questo miracolo sportivo, Mauro Manuello: “Stiamo pensando di promuovere una sfida ai coetanei imperiesi. Credo che sarebbe un bel messaggio di pace e dialogo, un modo simpatico per far conoscere la realtà di questi ventenni che si sono lasciati alle spalle storie drammatiche”.
Utilizzare lo sport come mezzo di integrazione è sicuramente lodevole, ma bisognerebbe dare un seguito a quanto creato ad Imperia, in modo tal da favorire la nascita di altri team di rifugiati e smentire chi è scettico rispetto alla civile convivenza tra italiani ed immigrati.
Antonio Pilato