Claire Oppert dedica le sue melodie ai malati terminali, affinché il loro dolore possa essere alleviato
«La musica può nominare l’innominabile
e comunicare l’inconoscibile»
Leonard Bernstein
Sono giorni orribili per il mondo, giorni in cui non si capisce che fine stia facendo l’umanità, che fine stia facendo l’empatia e l’amore.
Violenza e atti crudeli sono i protagonisti di questo periodo, di questo lungo periodo.
Per fortuna, esistono ancora, in questo grigiore, delle eccezioni.
È il caso di Claire Oppert, violinista parigina che una volta alla settimana, ama come tutti gli uomini dovrebbero fare.
Non palcoscenici, non teatri in cui esibirsi con la sua musica, ma stanze del reparto di oncologia e cure palliative a Sainte-Perine a Parigi.
Una musica classica che accompagna delle giornate altrimenti anonime, di uomini e donne a cui la vita ha riservato un destino orribile.
«Quando ero piccola volevo essere un medico-musicista», confessa in un’intervista la violinista.
Non fa di certo il medico, ma della vita degli altri comunque se ne prende cura e lo fa davvero in un modo rivoluzionario: dedica loro il suo tempo e la sua musica.
Non è vero che non c’è più tempo per amare il prossimo, Claire trova il tempo, ogni venerdì, per prendersi cura di questi pazienti che hanno il destino segnato da una malattia che non gli ha lasciato scampo.
La musica sa alleviare il cuore, sa acquietare i pensieri, calmare l’anima.
L’arte in generale ha potere sulle menti.
Ciò che Claire ogni settimana con la sua musica compie, è un gesto di estrema umanità. Mette il benessere altrui, in primo posto, concede ai meno fortunati, la possibilità di un momento di serenità.
Il dottor Gomas, insieme con Claire, riportano risultati importanti sul fatto che l’arte abbia un valore curativo, per cui nel 2014 è stato avviato un progetto che ha lo scopo di lottare contro il dolore attraverso sessioni di musicoterapia, e in futuro – spera Claire – che si possa ampliare il progetto includendo anche la pittura e la danza.
Sono questi i gesti di cui necessita il nostro mondo ormai arrivato sul punto di implodere, sono gesti apparentemente semplici, ma che in realtà contengono la chiave di volta per tornare a sperare che l’uomo non è completamente malvagio.
Ciò che dovremo fare è rendere le eccezioni speciali, come questa, la norma.
Vanessa Romani