Il Comune di Riace ha recentemente conferito la cittadinanza onoraria a Maysoon Majidi, attivista curdo-iraniana scarcerata dopo dieci mesi di detenzione in Italia, dove era stata accusata di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare. La vicenda di Majidi, simbolo della lotta per i diritti umani, ha attirato l’attenzione di associazioni internazionali, scatenando dibattiti sulla tutela dei rifugiati e la gestione delle migrazioni. Durante la cerimonia, Majidi ha raccontato il suo drammatico percorso, dalla fuga dall’Iran fino all’incarcerazione in Italia, esprimendo la speranza che l’Europa possa diventare un luogo di vera accoglienza e protezione per chi, come lei, cerca libertà e sicurezza.
Riace abbraccia Maysoon Majidi
In occasione della liberazione di Maysoon Majidi, attivista curda-iraniana detenuta per dieci mesi in Italia con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il Comune di Riace ha conferito alla donna, attivista per i diritti umani, la cittadinanza onoraria. Il sindaco Mimmo Lucano ha dichiarato che Riace continua a essere un simbolo di accoglienza e solidarietà verso chi fugge da situazioni di oppressione e violenza. Ieri sera, 4 novembre, il Consiglio Comunale di Riace ha infatti deliberato la decisione e confermato istituzionalmente di aprire le porte del paese a Maysoon.
L’attivista 28enne è stata accolta a braccia aperte dal sindaco ed europarlamentare, Mimmo Lucano e dalla deputata Laura Boldrini. Dopo la fuga dall’Iran, Maysoon è stata in carcere dal dicembre dello scorso anno, dopo essere sbarcata al porto di Crotone. Di recente, dopo dieci mesi di reclusione, è tornata in libertà.
La storia di Maysoon: fuga e detenzione
Maysoon Majidi, attivista impegnata nella difesa dei diritti delle donne e della minoranza curda in Iran, è stata arrestata a seguito del suo arrivo in Italia, accusata di essere una “scafista”. “Credevo di trovare rifugio in un Paese di libertà e diritti, ma sono stata arrestata e detenuta per dieci mesi,” ha affermato Majidi, che durante la cerimonia a Riace ha raccontato la sua difficile esperienza. “L’Europa non dovrebbe solo proteggerci, ma accoglierci come membri della società,” ha dichiarato, sottolineando le sue speranze in una modifica del Decreto Cutro.
Durante la cerimonia per il riconoscimento della cittadinanza onoraria, Maysoon Majidi ha preso la parola dopo le parole di speranza della deputata Boldrini. L’attivista ha infatti raccontato la sua fuga dal Kurdistan iraniano e la sua speranza di una vita più dignitosa e libera. Ha parlato della sua esperienza di detenzione, della difficoltà di trovarsi in un paese straniero rispetto alla sua cultura e alla sua lingua, ma sopratutto in un paese in cui è stata chiusa per mesi in una cella e che, tecnicamente, avrebbe dovuto difenderla dalle persecuzioni iraniane.
Ha quindi chiesto all’Italia e all’Europa di garantire davvero i diritti per le persone in movimento, una delle fette più fragili della società, che hanno bisogno di protezione e garanzie, per non finire nelle carceri o nei CPR. Maysoon ha quindi pregato di modificare il Decreto Cutro. Se per davvero questo stato di diritto occidentale vuole proteggere le frontiere, ha sostenuto, “bisogna sanzionare i governi sfruttatori” e non reprimere, come tecnica di scaricabarile, rifugiati e migranti indifesi.
L’impegno delle associazioni e la critica alle accuse di scafismo
La vicenda di Maysoon Majidi e la cittadinanza onoraria ha attirato l’attenzione di numerose associazioni, come A Buon Diritto e Arci Porco Rosso, che sostengono come la legge italiana spesso criminalizzi i migranti stessi, coinvolgendoli nelle accuse di favoreggiamento. Secondo l’attivista Richard Braude, “il reato di favoreggiamento dell’immigrazione irregolare consente di perseguire persone migranti o soccorritori, senza una chiara distinzione tra vittime e veri trafficanti.”
La testimonianza di Laura Boldrini
Alla cerimonia ha partecipato anche la deputata Laura Boldrini, che ha descritto la cittadinanza onoraria come un atto di riparazione per Majidi, “una donna coraggiosa che merita accoglienza e sicurezza.” Boldrini ha espresso fiducia nel percorso della magistratura per fare chiarezza e sottolineato che Riace rappresenta la parte dell’Italia solidale e inclusiva.
Verso una sentenza finale e un futuro di accoglienza, umanità e vera sicurezza
La conclusione del processo è attesa per il 27 novembre, quando Majidi potrebbe essere definitivamente assolta dalle accuse di favoreggiamento. Riace, intanto, mantiene la propria missione di luogo simbolo per i diritti e l’accoglienza con la nuova cittadinanza onoraria, continuando a essere un porto sicuro per chi, come Maysoon, cerca protezione dalla repressione e dalla violenza.
Come ha affermato Mimmo Lucano alla cerimonia, quello della cittadinanza onoraria a Maysoon Majidi è un chiaro esempio di farle sentire che “l’Italia è in grado di accogliere e ascoltare chi scappa dai regimi oppressivi e si batte per i diritti umani”.