Cittadina italiana o “italiana italiana”? A Firenze gli slittamenti progressivi del razzismo

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A.c.a. Sua Santità Francesco Città del Vaticano

S. E. Card. Giuseppe Betori Diocesi di Firenze

Responsabile Gruppo di Volontariato Vincenziano della città di Firenze

All’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Firenze

Sono Aurora Luongo delegata sindacale dell’ Usb, che lotta e denuncia pubblicamente, perché da tempo ho deciso di denunciare, camminare a testa alta fino alla morte e dar voce a chi una voce non ce l’ha.

Erano le 15.30 di questo pomeriggio quando vengo interrotta da una voce soffocata dalle lacrime.

“Questo è lo sportello consulenza immigrati? Vorrei fare una denuncia per lesioni alla dignità, alla persona e per razzismo”.

Riassumo in breve facendo nome della struttura ma non della persona, che anche se non ha ancora perso il suo accento spagnolo, come io quello campano, dal 2010 è CITTADINA ITALIANA.

Il 24 Gennaio 2018”, racconta la donna, “mi sono recata presso il Gruppo Volontariato Vincenziano per rinnovare la tessera per ricevere aiuto alimentare e per recarmi presso il centro d’ascolto. In questo periodo, sono molto demoralizzata perché ho perso il lavoro e non riesco a trovarne un altro, insomma avevo bisogno di parlare, di essere ascoltata e quale posto migliore se non un centro d’ascolto con delle persone che fanno volontariato, che dedicano il proprio tempo libero al prossimo?” 

La donna continua. “Dopo aver aspettato il mio turno per entrare, bussato alla porta e salutato, ho chiesto di rinnovare la tessera. Il volontario ha alzato lo sguardo e con fare poco educato mi ha detto: “Signora, deve venire il prossimo mercoledì, cioè domani 31 Gennaio, perché oggi siamo aperti solo per gli italiani.

“Sono rimasta perplessa da questa affermazione e non riuscivo a rispondere, poi mi sono fatta coraggio ed ho esclamato: “Mi scusi, ma io ho la cittadinanza italiana, perciò sono italiana. I volontari quasi in coro mi rispondono che non avevo capito e che dovevo ritornare perché oggi erano aperti per gli ‘italiani italiani’, deridendomi.”

“Aurora non ci sono parole per descrivere il mio stato d’animo in quel momento. Non capivo il perché del deridermi, la cattiveria, il razzismo delle parole.” 

Ho strappato la tessera scaduta, non sono andata al centro d’ascolto e ho pensato : “ che volontariato è? che centro d’ascolto è? che posto può mai essere quello in cui fanno differenza tra ITALIANI ITALIANI e ITALIANI DI ADOZIONE?

“Voglio che questa storia tu la racconti e che mandi a loro una lettera perché possano riflettere, perché vorrei che a nessuno, né italiani, né stranieri, possa essere lesa la dignità.” 

Io mi auguro di ritrovare al più presto un lavoro sicuro e di non aver più bisogno di chiedere aiuto”.

E’ da oggi che non faccio altro che pensare ai figli, ai nipoti di questi volontari. A scuola cerchiamo in tutti i modi di insegnare ai nostri bambini al rispetto di se stessi e degli altri, ad essere accoglienti, ad amare, a tendere la mano, spero che tra i nostri alunni ci siano anche loro.

Chiediamo spiegazione sull’accaduto e scuse pubbliche. Chi ha denunciato ha chiesto di rimanere nell’anonimato e rispetteremo la sua decisione ma le faremo avere tutti i messaggi di solidarietà che stanno arrivando.

In attesa Vi auguriamo di riflettere e buon lavoro.

 

 

Aurora Luongo

 

 

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