L’italia è popolata da numerose città fantasma. Si tratta di borghi abbandonati in periodi relativamente recenti e ridotte allo stato di rudere che suscitano la curiosità di turisti e visitatori.
Negli ultimi anni le visite a queste suggestive location sono diventate sempre più frequenti. I tour del genere sono diventati parte integrante del turismo nazionale.
Certo non si può negare l’effetto suggestivo scaturito dal camminare in un borgo inabitato. Con la consapevolezza che un tempo quelle stesse strade pullulavano di della vita quotidiana dei sui cittadini. Molte visite a questi paesi sono state regolamentate. In alcune di queste si paga persino un biglietto d’accesso.
Dunque le principali città fantasma d’Italia:
Craco
Situata in Basilicata, a pochi chilometri da Matera, la città di Craco è diventata la meta principale dei tour per le città fantasma. Abitata sin dall’VIII secolo ha avuto un discreto ruolo in epoca medievale e durante il brigantaggio. Ma ancor più interessante la storia del suo abbandono. Nel 1963 si evacuò la città a causa di una frana e mai più ripopolata per ulteriori disastri naturali. Un’alluvione e un terremoto verificatisi nei decenni successivi. Sono state proprio queste disavventure, però, a renderla celebre. Il borgo, rimasto quasi intatto e dichiarato stabile, è entrato nella lista dei World Monuments Fund. Monumenti dichiarati di importanza storica e culturale. Paradossalmente il turismo è dunque aumentato dopo il suo abbandono. Veri e propri tour guidati, con tanto di biglietto di ingresso, partono ogni giorno alla scoperta dei vicoli del paese.
Curon Venosta
Un’altra tappa obbligatoria per gli amanti del genere è Curon Venosta, divenuta famosa soprattutto per il suo suggestivo campanile: unica e ultima traccia di una città ormai sommersa dall’acqua. Il borgo trentino fu abbandonato nel 1950. Venne completamente sommerso dal lago di Resia. Dunque più che di città fantasma parliamo di città sommersa. Non fosse per l’unica traccia visibile in superficie. Il campanile della chiesa trecentesca di Santa Caterina. Sopravvissuto all’esplosione che rase al suolo la città dopo averla sgomberata. Quando il lago ghiaccia, è possibile raggiungere a piedi in campanile e regalarsi l’emozione di avere i resti di una città sotto i propri piedi.
Argentiera
Più che di una città parliamo di una miniera. In Sardegna è ancora visitabile questo piccolo villaggio a ridosso del mare disabitato dagli anni 60. Quando l’ attività mineraria terminò. La miniera è inclusa nel Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, patrimonio UNESCO. Dunque il posto perfetto per gli amanti dell’archeologia industriale e della natura.
Consonno
Situata in Lombardia, la città fu demolita negli anni sessanta per fare spazio ad una “città dei balocchi”. Una vera e propria Las Vegas nostrana che ospitava ristoranti, hotel, campi sportivi e luna park. Aveva persino un minareto ed una pagoda! Una vera e propria attrazione turistica che attirava visitatori e personaggi celebri. Il tutto cessò quando ,pochi anni dopo la sua costruzione, diverse frane la distrussero. Questo lasciò il paese in uno stato di degrado. Da città del divertimento a città abbandonata, dunque. Ad oggi è stata set cinematografico di diversi film e videoclip.
Poggioreale
La città siciliana andò distrutta dopo il terremoto del Belice alla fine degli anni sessanta. Dopo la catastrofe, si decise di ricostruire il borgo a poca distanza e di non restaurare i ruderi. Questo non ha fermato i turisti che, in massa, continuano a visitare le macerie della vecchia città recuperate e tenute in vita dagli abitanti del posto. Anche in questo caso un set cinematografico perfetto per molte produzioni italiane.
La lista delle città abbandonate non finisce qui. Da Ninfa a Pentedattilo. Da Roscigno a Bussana. Il turismo permette a queste realtà di non rimanere, di fatto, città fantasma. Continuano a esistere, seppur in maniera diversa da quella per cui erano nate. Abitate da turisti più che da cittadini. Contemplate e fotografate più che vissute.
Maria Luisa Ancona