Città del Capo, la capitale del Sudafrica, doveva rimanere totalmente senza acqua già mesi fa, eppure è riuscita incredibilmente a evitare una tremenda siccità. Le previsioni erano addirittura che nella città più popolosa dell’Africa meridionale, ogni persona avrebbe potuto rifornirsi di soli 25 litri d’acqua al giorno. La causa del problema, oltre al clima tendenzialmente arido, è stato il rapido aumento demografico non proporzionato alla capacità delle sei grandi dighe, che al contrario è rimasta uguale, e dunque non in grado di rifornire tutta la popolazione. A tutto ciò si aggiunta la noncuranza degli abitanti, che negli ultimi anni hanno impropriamente consumato 500 milioni di litri al giorno in più rispetto a quanti dovrebbero esserne consumati.
L’amministrazione della città ha cercato di fronteggiare il problema diffondendo liste di consigli per risparmiare l’acqua pubblica e intensificando le multe, ma nonostante il disagio fosse risaputo da anni, è intervenuta troppo tardi. Inoltre, a complicare la gestione del problema, vi è il fatto che effettivamente spetterebbe al governo nazionale (ANC) finanziare le infrastrutture pubbliche, ma dal 2006 è l’Alleanza Democratica, il partito di opposizione all’ANC, a governare la città e la provincia. Dunque sono state principalmente le forze locali a intervenire, riuscendo ad abbassare i consumi degli abitanti da 1,2 miliardi di litri all’anno del 2015 a 500 milioni di litri nel 2018.
Innanzitutto la strategia messa in atto è stata di imporre un limite individuale di consumo giornaliero pari a 50 litri d’acqua (contro la media mondiale di 185 litri), tenendo costantemente monitorata la situazione attraverso una mappa in cui ad ogni strada della città era associato un colore che rappresentava quanto si stavano rispettando i limiti, multando chi noncurante li superava o addirittura installando dei contatori che interrompevano la fornitura nel caso in cui si stesse oltrepassando la soglia.
Purtroppo tenere le fontane spente e le auto sporche solo per un breve periodo, ha evitato una siccità imminente, ma non ha risolto del tutto il problema, per il quale serve un prolungato uso consapevole delle risorse e soluzioni più drastiche. A tal riguardo sono state ipotizzate diverse soluzioni, tra cui la curiosa proposta del maestro di salvataggio Nicholas Sloane, di imbrigliare un iceberg dall’Antartide (il cui peso medio è di circa 70.000 tonnellate) e trainarlo fino alla costa di Città del Capo, dove si scioglierebbe producendo 150 milioni di litri d’acqua al giorno per un anno.
Tuttavia, la tenace campagna di sensibilizzazione, l’applicazione di semplici consigli e soprattutto il coinvolgere i cittadini tenendoli aggiornati sullo stato dei consumi, sembrerebbe aver funzionato ad evitare il peggio.
Roberta Rosaci
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