Una vittoria dei lavoratori e delle lavoratrici alla “Città dei Libri” di Stradella, il più grande magazzino di libri italiano. Dopo dieci giorni di sciopero, i lavoratori hanno ottenuto più diritti. Sono infatti state accolte in toto le loro richieste. Ora a Stradella si possono dire ben lontani da quelle 12 ore lavorative al giorno dell’agosto del 2018. Nonostante questo, però, lo sciopero è stato caratterizzato da violenze e tentativi di sgombero da parte della polizia.
La “Città dei Libri” di Stradella, in provincia di Pavia, è il più grande magazzino di libri in Italia. I lavoratori e le lavoratrici lottano da anni per ottenere più diritti. Partendo dalla situazione di sfruttamento dell’agosto del 2018, gli operai sono arrivati nel tempo a ottenere sempre di più. Quest’anno il picchetto organizzato dal sindacato intercategoriale S.I. Cobas è durato dieci giorni. Con la firma dell’accordo tra le parti (CEVA, C&M Book Logistics e il consorzio GSL con le sue consociate), i lavoratori hanno ottenuto: ticket mensa, integrazione di malattia e stop dei licenziamenti.
“Tassativamente obbligatorio sabato e domenica lavorativi”
Agosto 2018. Inizia da questo cartello affisso nella “Città dei Libri” di Stradella la storia di rivendicazione dei lavoratori dei libri. “Tassativamente obbligatorio sabato e domenica lavorativi”. La situazione era insostenibile: i turni di lavoro erano da 12 ore al giorno e la paga oraria era di 7 euro.
Dovevo spostare 10 mila libri per turno, era un lavoro insostenibile. Avevo dolori ovunque, in particolare forti dolori alle braccia e alle gambe. Successivamente sono stata in cura all’ospedale San Matteo per varie patologie
Questa è solo una delle tante testimonianze di quei giorni. Fino a che il gip non ha disposto misure cautelari che si riferivano alla chiara condizione di sfruttamento del lavoro nel sito. A seguito delle quali, 12 persone sono state arrestate con l’accusa di sfruttamento di manodopera e frode all’erario.
La “Città dei Libri” di Stradella contro la repressione
Giugno 2021. Lo sciopero di quest’anno si è svolto in 10 giorni, fino alla vittoria del 14 giugno. Durante il picchetto, in particolare di venerdì 11, ci sono state tensioni tra manifestanti e polizia. Alcuni lavoratori che volevano entrare nel magazzino sono stati fermati. Mentre la polizia in tenuta anti-sommossa ha cercato di sgomberare i manifestanti con i lacrimogeni.
Un lavoratore anonimo ha dichiarato al Post che gli agenti avrebbero trascinato con forza i lavoratori seduti a terra per poi lanciare gas lacrimogeni. Inoltre, due donne, di cui una incinta, sono state ricoverate in ospedale in seguito alle azioni della polizia.
Per comprendere la capacità di resistenza dei lavoratori e delle lavoratrici, bisognerà però tornare indietro nel tempo, all’origine degli scioperi.
Uno sciopero che dura da più di due anni
Dal marzo del 2019 a oggi. Non è la prima volta che i lavoratori della “Città dei Libri” di Stradella rivendicano i propri diritti. Nel marzo del 2019 c’era stato un altro sciopero con le stesse richieste di quest’anno. Richieste che sono rimaste inascoltate, fino a oggi. Gli operai hanno, infatti, chiesto e ottenuto garanzie occupazionali, lo stop dei licenziamenti in relazione ai nuovi macchinari e un ticket mensa di 5,29 euro. Tra le altre vittorie c’è anche l’apertura a un confronto sul riconoscimento dell’integrazione al 100 per cento della malattia.
Ma in che contesto si muovono gli operai? La “Città dei Libri” di Stradella è il più grande magazzino di libri d’Italia. Ha una superficie di 80mila metri quadrati e può contenere più di 100 milioni di libri e giornali. Da Stradella partono tantissime spedizioni di libri in uscita e lì vengono gestiti anche i resi, ovvero le copie invendute dai librai e restituite. La “Città dei Libri”, infatti, è gestita da C&M Book Logistics società in joint venture con CEVA Logistics e Messaggerie libri. Da sola, CEVA Logistics possiede mille sedi in 160 Stati diversi. In pratica, se Stradella si ferma, il mercato librario ed editoriale riceve una battuta d’arresto.
La situazione e il luogo in cui si sono svolti negli anni gli scioperi dei lavoratori erano quindi tali da poter creare grandi disagi per i datori di lavoro. Anche se, come si è visto, il percorso di lotta dei lavoratori non è stato affatto semplice.
S.I. Cobas, infatti, parla di un passo da giganti riferendosi alla vittoria dei lavoratori, ottenuto grazie alla loro determinazione. Il sindacato nella parte finale del comunicato della vittoria, non può che sottolineare quanto:
La violenza e la prepotenza non siano in grado di piegare chi ha dalla sua parte il cuore e la ragione!
Antonia Ferri