A Torino, presso l’Ospedale Maria Vittoria, è possibile far eseguire la pratica della circoncisione del bambino in una situazione di sicurezza, a partire dall’età di sei mesi.
La circoncisione è stata aggiunta ai servizi dell’ASL Città di Torino con lo scopo di tutelare la salute dei bambini ed evitare i danni causati dal mancato rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Prima di andare avanti chiariamo il significato del termine circoncisione: si tratta di un’escissione chirurgica, totale o parziale, o un’incisione del prepuzio, di solito a carattere religioso o con valore di rito, propria degli Ebrei e dei Musulmani. È praticata anche da diversi popoli dell’Africa e da molti altri popoli indigeni. Nei Paesi occidentali esiste come pratica medica e come forma di igiene e pulizia. In molte culture la circoncisione è utilizzata a livello simbolico come un rito di passaggio e di iniziazione, che sancisce l’ingresso in una società di adulti, e dunque un rito collettivo, tipico dell’età puberale, in cui la raggiunta maturità fisiologica viene sancita da un intervento sull’organo della riproduzione e può essere accompagnato dal superamento di una prova di coraggio.
Il servizio che è stato attivato al Maria Vittoria è rivolto a bambini di età superiore ai sei mesi che non presentino problemi medici. Si può accedere prenotando tramite CUP Ospedaliero con l’impegnativa del medico di famiglia per “visita pediatrica per circoncisione rituale”. Saranno tre i medici coinvolti: un pediatra, un urologo e un anestesista. In caso uno o entrambi i genitori abbiano difficoltà linguistiche sarà garantita la presenza di un mediatore culturale. Il costo del ticket ammonterà a 280 euro. Sui social non mancano le lamentele legate al costo dell’intervento. Ma a prescindere dalle polemiche legate ai costi o al problema etico legato a questa tematica, c’è un messaggio che va trasmesso forte e chiaro: una circoncisione eseguita in casa, in ambienti non sterili e in condizioni igieniche precarie, da persone non qualificate può causare gravi rischi per i bambini, quali infezioni, emorragie e anche la morte.
Sono sempre più in aumento i bambini stranieri che nascono nel nostro Paese e tanti arrivano da zone come il Nord Africa, dove la circoncisione è molto diffusa per motivi religiosi. Uno di questi era il piccolo Henry, che veniva dal Ghana e il 30 maggio 2016 a un mese e mezzo di vita, è morto per una circoncisione effettuata in casa da persone non competenti e in condizioni igieniche inadeguate. Ci auguriamo che il servizio di circoncisione in ospedale possa riuscire nell’intento di tutelare la salute dei più piccoli, e salvare così la vita di tanti Henry.
Ilaria Marinelli