Sabato scorso, il governo di Cipro ha annunciato una decisione radicale: non esaminerà più le richieste d’asilo dalla Siria. Questa mossa drastica è stata motivata dalla crescente incapacità di gestire i flussi migratori che giungono sull’isola. Cipro, situata a meno di cento chilometri dalle coste turche, da tempo accoglie migliaia di richiedenti asilo, con una tendenza al rialzo negli ultimi anni.
La questione però non è stata completamente chiarita, lasciando sospesi alcuni dettagli importanti per delle sane condizioni di vita dei migranti. Il Presidente non ha specificato infatti per quanto tempo sarà in vigore la sospensione delle richieste d’asilo dalla Siria. Intanto, le persone già arrivate dalla Siria saranno allocate nei campi profughi, già in sovraffollamento, fino ad un nuovo accordo tra il paese mediterraneo e l’Unione Europea.
La crisi migratoria a Cipro
Nel 2019, Cipro ha registrato il più alto numero di richieste d’asilo nell’Unione Europea in proporzione alla propria popolazione. L’inizio del 2024 ha visto l’arrivo di oltre 2.140 persone, rappresentando quasi lo 0,2% della popolazione dell’isola. A confronto, in Italia nello stesso periodo sono giunte circa 16.000 persone, corrispondenti a meno dello 0,03%.
Le ragioni della sospensione delle richieste d’asilo dalla Siria
Il governo cipriota ha spiegato che la decisione di sospendere le richieste d’asilo dalla Siria è stata presa in attesa che l’Unione Europea delinei alcune aree della Siria come “sicure”, consentendo così i rimpatri dei migranti. Sorgono spontanei però alcuni dubbi, come quello di definire tali zone come “sicure” in un paese letteralmente dilaniato da una guerra civile protrattasi per tredici anni. La situazione in Siria è caratterizzata da una profonda crisi e divisione, con varie zone del paese in cui permeano instabilità e violenza.
La decisione di sospendere le richieste d’asilo dalla Siria è stata piuttosto repentina: dopo lunghi dialoghi con l’Unione Europea, il Presidente cipriota si è recato in Libano per discutere, anche in questo caso, di eventuali sospensioni delle migrazioni umane.
Christodoulides vuole però arrivare dritto al suo obiettivo: ha lungamente chiesto alla comunità internazionale di considerare alcune zone della Siria come “sicure”, poiché l’aumento dei flussi migratori ha reso difficile la gestione della situazione sull’isola. Questa insistente richiesta è arrivata nel mese di aprile, quando l’incremento dei migranti siriani arrivati a Cipro è stato notevole.
La sfida del rimpatrio
Cipro si trova di fronte alla sfida di rimpatriare un numero maggiore di migranti rispetto a quelli che giungono sull’isola. Nonostante le pressioni e gli sforzi del governo cipriota, la situazione della sospensione delle richieste d’asilo dalla Siria rimane complessa. Organizzazioni non governative come Kisa hanno evidenziato le difficoltà incontrate dai migranti, sia durante il soggiorno sull’isola che nel processo di rimpatrio.
Le sfide dell’integrazione e del processo d’asilo
Oltre alla gestione dei flussi migratori, Cipro affronta sfide legate all’integrazione dei migranti e al processo d’asilo. La percentuale di richieste d’asilo dalla Siria respinte in primo grado a Cipro è una delle più alte nell’Unione Europea, con il 93,7% dei casi respinti nel 2022. Questo crea tensioni e preoccupazioni tra i migranti, molti dei quali affrontano difficoltà economiche e sociali durante il loro soggiorno sull’isola.
La decisione di Cipro di sospendere l’esame delle richieste d’asilo dalla Siria evidenzia le sfide e le complessità legate alla gestione dei flussi migratori in Europa. Mentre l’isola cerca soluzioni per affrontare questa crisi, rimane fondamentale un approccio concertato e solidale a livello europeo per affrontare le sfide dell’immigrazione e dell’asilo.