Davvero un bel film può compensare quel che la pandemia ci ha tolto a livello di socialità? Lo sostiene la Cinematherapy, una teoria valida oltre il coronavirus.
Cinematherapy vs covid-19: pandemia, virus, contagi, quarantena, queste, sono alcune tra le parole più gettonate a seguito dello scoppio del coronavirus. Potremmo dire una delle solite frasi di circostanza come ”il peggio è passato”’?! Ad oggi, grazie alle numerose scoperte fatte riguardo al virus e soprattutto alla campagna vaccinale, ci sono molte meno vittime. L’aspetto clinico è di fondamentale importanza, ma non è da sottovalutare di certo quello psicologico. Inutile dire che la pandemia ha ridotto quasi ai minimi termini la possibilità di interagire gli uni con gli altri, isolandoci e facendoci sentire più soli che mai.
Socialità distrutta dalla pandemia
La dott.ssa Maria Rosaria Rapolla, responsabile di Psicogeriatria del Centro Sant’Ambrogio Fatebenefratelli, spiega come durante il coronavirus i rapporti sociali siano radicalmente cambiati. Si parla di Sindrome di Hikkimori, che colpisce soprattutto i giovani. Questa patologia, è un fenomeno psichiatrico, provocato dall’allontanamento sociale, isolamento forzato, rifiuto di ogni forma di relazione, esclusa quella virtuale. Le fasce d’età che hanno sofferto maggiormente, sono quelle dei giovani e degli anziani, che hanno più bisogno di contatto fisico.
I disturbi cronici post pandemia
Abbracci, carezze baci, strette di mano, sono ormai gesti quasi del tutto dimenticati. La dott.ssa Rapolla, afferma: ”dove c’è un terreno più fertile, questi sintomi – inizialmente leggeri – possono strutturarsi in un vero e proprio disturbo cronico, che richiede un intervento precoce e mirato da parte di uno specialista. È essenziale, quindi, saper chiedere aiuto ed imparare a gestire con il giusto supporto psicologico queste esperienze traumatiche generate dall’emergenza sanitaria.” A seguito dell’emergenza sanitaria, sono stata attivati molti sportelli per il supporto psicologico, da consultare online.
Cos’è la Cinematherapy?
La cinema therapy o film therapy, non è una vera e propria psicoterapia, in quanto non cura patologie, ma fa parte dell’ampia categoria dell’arte terapia, insieme a:teatro, musica, danza, pittura, letteratura…sfrutta le emozioni che emergono dopo la visione di alcuni film, per stimolare processi di aiuto e trasformazione nell’individuo. E’ importante però non confondere la funzione consolatrice del cinema come forma di intrattenimento, e quella della Cinematherapy, che va a lavorare sul percorso spirituale delle persone. La Cinematherapy, viene ormai utilizzata da decenni. Addirittura a partire dagli anni sessanta, quando alcuni professionisti come: Max Beluffi, nell’ospedale psichiatrico ”G. Antonini” di Lambiate, ha sperimentato sui pazienti quest’applicazione, facendone poi numerosi studi.
Gary Solomon: The movie doctor
Il dottor Solomon, nel 1995 ha coniato la parola Cinematherapy, pubblicando come prima opera: ”The motion picture prescription. Watch this movie and call me in the morning, il cinema come ricetta. Guarda questo film e chiamami domattina”. Dalla sua personale esperienza , egli afferma che molti disagi psicologici, con la visione di un film venissero contrastati.
Egli ha analizzato la proprietà terapeutica di oltre 200 pellicole, assegnate a diversi pazienti. i benefici furono da subito notevoli, tanto che in alcuni casi la Cinematherapy, ha addirittura accelerato notevolmente il processo terapeutico. Ormai, negli Stati Uniti, l’applicazione della Cinematherapy è estremamente usata.
Cinematherapy vs Covid-19: e se venisse utilizzata contro il Covid-19?
La Cinematherapy, viene applicata in moltissime strutture ospedaliere sia in Italia che all’estero. E se funzionasse anche per i pazienti affetti da Covid-19? La parola isolamento, la conosciamo molto bene! A seguito delle vacanze natalizie in molti hanno avuto la sfortuna di essere contagiati e di conseguenza trascorrere diversi giorni a casa, isolati dal resto del mondo. Fiato corto, febbre, nausea dolori di ogni tipo…beh questi sono solo alcuni dei sintomi causati dal virus, ma il fattore psicologico è ugualmente devastante. Distrarsi è utile in questa circostanza, e cosa può farlo meglio di un bel film?!
L’immedesimazione come chiave
Lo spettatore si immedesima nelle storie dei protagonisti, immaginando di vivere le stesse emozioni, magari una vita diversa in cui finalmente vede i suoi sogni realizzati. Questo è ciò che regala la settima arte. Ovviamente, tutto questo varia da soggetto a soggetto, non a tutti può di certo piacere lo stesso film, ma è risaputo che i benefici sono più evidenti in chi si lascia completamente coinvolgere dalla visione.
La testimonianza riportata da persone affette da Covid-19, afferma che la Cinematherapy contrasta fortemente il Covid-19! Molti, sottolineano l’importanza fondamentale che hanno avuto piattaforme cinematografiche come: Netflix, Disney Plus, Prime Video… durante la malattia. La maggior parte, ha preferito commedie e grandi classici, come: ”Forrest Gump’‘, altri invece si sono dedicati alle serie tv preferite come: ”Dark’‘ o ”Stranger Things”.
Spazio per se stessi?
L’isolamento, può avere anche dei lati positivi. Ognuno di noi, chiuso nella solitudine della propria casa, spesso addirittura costretto a stare in una sola stanza onde evitare di contagiare gli altri coinquilini, si ritrova a fare i conti con sé stesso. Può essere davvero difficile fare questa riflessione, ci si interroga ponendosi domande come: sono felice della mia vita? Cosa vorrei fare realmente? Ho raggiunto i miei obiettivi? Queste domande possono risultare molto scomode.
Rebecca Vollero.