Il cinema come ‘terapia del sollievo’. Dopo la pet teraphy, l’ippoterapia e l’aromaterapia, ecco un’altra originale strada percorsa dalla medicina internazionale e italiana in questo caso: il Policlinico Universitario “A. Gemelli” di Roma diventa laboratorio per la cinematerapia, con la prima sala cinematografica in Italia allestita all’interno di una struttura ospedaliera.
Una terapia del sollievo mediante cui alleviare lo stress, distrarsi dalle preoccupazioni e dalle sofferenze (fisiche ma non solo) che affliggono tutti coloro che sono ricoverati in ospedale. Una sala con 130 posti che potrà accogliere adulti e piccini, con cicli di proiezioni specifiche per ogni età.
Ecco che il cinema in ospedale diventa realtà anche da noi, ed è allo portata di tutti in ospedale, anche dei pazienti allettati, in sedia a rotelle e non autosufficienti, che possono essere accompagnati anche dai loro amici, parenti, volontari e assistenti.
Il progetto è stato realizzata grazie a una raccolta fondi promossa da MediCinema Italia Onlus e con il sostegno di partner come Walt Disney Company Italia e Rai. L’idea della sala cinematografica in ospedale e della cinematerapia nasce per offrire alle persone ricoverate delle terapie integrate e complementari ai trattamenti medici e chirurgici già offerti dall’ospedale.
La sala, ospitata in una delle più antiche aule di insegnamento della Facoltà di Medicina del Policlinico, sarà un laboratorio in cui si potranno valutare quasi in tempo reale gli effetti della cinematerapia all’interno di una struttura ospedaliera e il suo apporto nel miglioramento dei risultati delle cure. Proprio per verificare le reazioni dei pazienti e monitorare il loro state di salute fisico e psicologico, gli ospiti del Gemelli saranno seguiti dal personale medico e da un team di psicologi.
Sebbene la salute fisica non dipenda in modo diretto dallo stato psicologico dell’essere umano, non si può negare lo stretto legame esistente tra essi. La cinematerapia non rappresenta solo un programma di terapia, ma assume un’importantissima valenza psicologica e di sostengo, aiutando il paziente anche a condividere momenti di svago e confronto con gli altri degenti.
Per di più, l’accesso alla sala è consentito anche ad amici e parenti: la struttura ospedaliera non si pone più dunque come un luogo altro, un ghetto in cui gli ammalati seguono il loro percorso di cura, circondati da altri ammalati e personale medico. L’ospedale si veste di una nuova identità, affermandosi come vero luogo di incontro, divertimento, scambio, in cui il mondo fuori entra e si confonde con ciò che è dentro, in un mix di attività ed esperienze.
L’augurio più doveroso è che, anche in questo modo, la permanenza in ospedale e il percorso di guarigione sia per gli adulti sia per i bambini possa diventare un po’ meno spiacevole e più facilmente superabile.