Lo si era potuto respirare agli inizi dello scorso ottobre quando, alla vigilia del 19° Congresso del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping aveva reso ufficiale la sua volontà di rimanere in carica per altri cinque anni, non lasciando spazio alla nuova generazione partorita dal Partito.
Il Presidente della Repubblica, nonchè segretario stesso del PCC, in occasione del Congresso aveva voluto avviare le procedure per centralizzare il potere nelle sue mani, inserendo nella costituzione del Partito Comunista il suo “Pensiero sul socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era”, e diventando così una figura importante per la Cina odierna e futura, posizionandosi al fianco dei vecchi leader Mao Xedong e Deng Xiaoping.
I nuovi obiettivi della Cina comunista
L’obiettivo di Xi è quello di creare, entro il 2020, una società più prospera; al via quindi ad un miglioramento economico inclusivo per trasformare così definitivamente la Cina in una potenza mondiale. Lo sguardo attento del segretario però non è rivolto solo ad uno sviluppo economico e sociale, ma anche ad una modificazione complessiva della società cinese in un’ ottica di riforma ambientale, cambiando così non solo il peso della nazione per l’ambiente, ma anche il ruolo di quest’ultima all’interno del villaggio globale.
Per fare ciò il Presidente Xi ha visto necessaria una modifica costituzionale proprio nei giorni antecedenti il Congresso nazionale del popolo. A seguito della rimozione del vincolo di mandato, Xi Jinping potrebbe rimanere al potere oltre il secondo quinquennio che avrebbe dovuto concludersi nel 2023, e questo anche grazie all’appoggio del Comitato centrale del Partito che ha fatto pressioni proprio per annullare la clausola costituzionale in esame.
Chi è Xi Jinping?
Mentre la propaganda cinese eleva il suo Presidente a leader globale in contrapposizione alla figura americana di Donald Trump, Xi potrà di fatto essere a capo della Cina fin quando lo riterrà necessario, conquistandosi l’appellativo di “imperatore”.
Questo nuovo quadro mette in difficoltà coloro che hanno sempre visto in Xi Jinping una figura di rilievo ma sempre seconda al Mao del Novecento. Discendente di uno dei compagni di lotta di Mao Zedong, l’attuale Presidente ha vissuto la sua adolescenza nelle campagne cinesi insieme a tanti altri giovani per essere “rieducato dai contadini poveri“, ma, a differenza dei suoi coetanei, dopo il lavoro nei campi trovava interessante studiare sui testi di Marx o Hemingway, passando per Victor Hugo.
Le sue innumerevoli lotte alla corruzione hanno coinvolto piccoli burocrati e alti funzionari a livello e il suo approccio internazionalista – grazie al quale la Cina ha messo a disposizione dell’Onu 8mila Caschi blu cinesi – gli hanno donato il soprannome di “statista visionario“.
Con l’attuale modifica costituzionale, però, il ruolo di Xi acquista nuovamente potere, superando probabilmente la figura stessa di Mao che subì a suo tempo la disciplina del Partito Comunista. L’attuale Presidente potrà quindi continuare a governare a suo piacimento fin quando lo vorrà.
Davide Travaglini