La Cina uccide i pangolini per usare e promuovere le loro squame nella medicina tradizionale…Tutto questo nonostante i divieti.
Perché la Cina uccide i pangolini? Dobbiamo risalire allo scorso 2018, quando la Cina vietò il commercio interno di avorio. Così facendo, il prezzo dello stesso era crollato vertiginosamente, portando i contrabbandieri di fauna selvatica – che prima si concentravano esclusivamente sull’avorio – a passare alle squame di pangolino, per mantenere i loro margini di profitto.
L’amministrazione nazionale delle foreste e delle praterie cinese, rendendosi conto della situazione, aveva annunciato qualche mese fa: «La Cina ha elevato la protezione dei pangolini ai massimi livelli a causa del fatto che questa specie è in pericolo di estinzione».
Questo significava che i pangolini cinesi – che sono i più diffusi nel territorio – e i pangolini malesi e indiani, che una volta vivevano in tutta la Cina, avrebbero dovuto essere rigorosamente protetti. Ma a quanto pare, da ciò che riportano le ultime notizie, così non è stato.
La Cina uccide i pangolini nuovamente
Il governo cinese continua a permettere l’utilizzo di squame di pangolino per la medicina tradizionale. A rivelarlo è un rapporto dell’Environmental Investigation Agency (EIA). Questo spiega il perché su svariate piattaforme di vendita online – ad esempio eBay e Taobao – si continuano a pubblicizzare prodotti a base di pangolino. Le principali aziende farmaceutiche non sono da meno. Tra quelle più importanti, c’è il gruppo cinese Beijing Tong Ren Tang. Direttamente sui loro siti web vengono offerti articoli simili.
Eppure era stato vietato l’uso delle squame
Delle squame di pangolino sono mesi che se ne sente parlare. A giugno scorso, il governo cinese le aveva rimosse dall’elenco ufficiale approvato per l’utilizzo nella medicina tradizionale cinese. Una scelta accolta finalmente con entusiasmo dalle associazioni che, da moltissimo tempo, chiedono la protezione di questo mammifero tra i più trafficati illegalmente al mondo. Una battaglia vinta, ma solo in apparenza.
L’uso “medico” delle squame di pangolino
Secondo le recenti stime effettuate, ogni anno circa 200mila pangolini vengono uccisi in Asia. Sia per la carne, che per le loro squame impiegate nella medicina tradizionale cinese per curare vari tipi di disturbi.
Le squame e altre parti dei pangolini sono negli ingredienti di quasi 500 ricette di medicine tradizionali cinesi, molte antiche di secoli. Le applicazioni delle squame sono molteplici, da ausilio contro l’anoressia, piaghe e infezioni della pelle, fino al trattamento dell’infertilità delle donne e l’aiuto nell’allattamento.
Le squame di pangolino sono formate principalmente di cheratina, la stessa sostanza di cui sono fatti i capelli e le unghie. Molte persone continuano a credere nel loro utilizzo, e probabilmente traggono beneficio esclusivamente dall’effetto placebo. Difatti tutto questo non ha nessun riscontro a livello scientifico.
Cosa sta succedendo oggi in Cina?
Nonostante il governo di Pechino abbia eliminato definitivamente le medicine a base di squame di pangolino dalla copertura sanitaria statale, i ricercatori hanno però scoperto che ben 221 aziende sono state autorizzate a commerciare ancora 64 prodotti contenenti le squame. Questo ovviamente, non depone a favore della tutela delle specie selvatiche.
Il pangolino è quasi scomparso in Cina. Negli ultimi decenni il circolo del massacro e del contrabbando si è costantemente espanso alle nazioni vicine, poi al sud-est asiatico e adesso anche all’Africa. L’ultimo rapporto mondiale sui crimini contro la fauna selvatica dell’Ufficio delle Nazioni Unite afferma che il 71% dei sequestri di pangolino erano destinati alla Cina. Ma anche il Vietnam è un altro mercato importante in aumento.
Molte lacune nelle normative della Cina
Quindi nonostante i complimenti e gli annunci del presidente Xi Jinping, ci sono ancora numerose lacune nell’applicazione della normativa cinese. Il governo, secondo il rapporto, continua a permettere questo scempio facendo finta di non vedere nulla.
Francesca Danila Toscano