Le tragiche notizie che arrivano dall’Ucraina hanno inevitabilmente riportato all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale anche la situazione che ormai da decenni vede contrapposte la Repubblica popolare cinese e la Repubblica di Cina. Viaggio nella storia per capire perché il conflitto europeo può rappresentare un problema anche sul fronte asiatico tra Cina e Taiwan.
Un conflitto tra Repubblica popolare cinese e Repubblica di Cina. E’ questa un’altra delle grandi paure che l’invasione russa in Ucraina ha suscitato nella opinione pubblica occidentale. Partendo dalla storia, cerchiamo di capire meglio dove ha origine questo dualismo.
Intanto, è bene sottolineare che non si tratta di un errore. Esistono davvero una Repubblica popolare cinese (quella con Capitale Pechino e miliardi di persone sul proprio territorio) e una Repubblica di Cina. Quest’ultima è meglio conosciuta in occidente come Taiwan. La grande isola del Pacifico a largo delle coste cinesi, situata tra Giappone e Filippine, conta circa 23 milioni di abitanti.
Ognuna delle due Cine, per mancanza di migliori definizioni, ha rivendicato per anni il ruolo di vera erede del grande impero millenario che per lunghi secoli ha dominato l’Asia. Taiwan è da anni al centro di una controversia internazionale sul suo riconoscimento di stato sovrano. La controparte vorrebbe riunificare il territorio sotto il suo dominio.
Le origini della controversia
Con la prima guerra sino – giapponese, combattuta sul finire dell’800, l’isola di Taiwan con i trattati da territorio dell’impero cinese passò sotto il dominio giapponese dopo la vittoria dei nipponici. La guerra fu l’inizio della fine per la Dinastia Qing, e l’impero dopo duemila anni cadde lasciando il posto alla Repubblica di Cina, con a capo il partito nazionalista Kuomintang. I veri nodi arrivarono al pettine al termine della seconda guerra mondiale, quando con la resa del Giappone, non senza rimostranze della popolazione locale, culminate in massacro, Taiwan tornò sotto il controllo cinese e il governo centrale estese la sua amministrazione .
Il paese però era alle prese con una sanguinosa guerra civile tra il partito comunista e quello nazionalista. Il Kuomintang venne sconfitto, e Mao Zedong proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese. Il leader del partito nazionalista Chiang Kai-shek si rifugiò nella odierna Taiwan, portando con sé tutte le risorse del paese e trasformandola nella Repubblica di Cina, la quale legittimità non venne mai riconosciuta dal governo di Pechino
La situazione odierna
Oggi Taiwan ha governo proprio, elezioni, relazioni commerciali, ed è soprattutto una paese libero e democratico, con regolari istituzioni e rappresentanti. Nonostante l’ostracismo della Cina, tanto che l’occidente ha a lungo titubato sul suo riconoscimento, il paese è fiorito e ha trovato nella propria libertà un grande e importante elemento di differenziazione rispetto alla Repubblica popolare cinese, che invece continua a considerarla parte del suo territorio e considera l’unificazione questione di tempo.
La paura di un conflitto
Ecco perché sono in molti a pensare che la campagna di Putin in Ucraina possa essere seguita anche dalla Cina con estrema attenzione. Pur essendo le situazioni dei due territori molto diverse, si teme una eventuale invasione militare cinese verso Taiwan. Uno scenario che avrebbe conseguenze catastrofiche per tutti. Gli Stati Uniti infatti entrerebbero in scena in difesa di Taiwan, ma questa è un’altra storia che si spera di non dovere mai raccontare.
Beatrice Canzedda