La Cina in Medio Oriente vuole risolvere il conflitto israelo-palestinese

Cina in Medio Oriente e il conflitto israelo-palestinese

Prosegue la missione da paciere della Cina in Medio Oriente. Il ministro degli Esteri cinese ha telefonato ai suoi omologhi israeliano e palestinese. Ha dichiarato che il suo Paese è disponibile ad organizzare colloqui di facilitazione del dialogo tra i due popoli. L’obiettivo sarebbe quello di sedare i conflitti tra Israele e Palestina e riportare la pace nell’area.

Il lavoro della Cina in Medio oriente continua. In due distinti colloqui telefonici con i suoi omologhi israeliano e palestinese, rispettivamente Eli Cohen e Riad al-Maliki, il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha annunciato che la Cina è disposta a fare da mediatore per risolvere il perdurante conflitto israelo-palestinese.

La missione da paciere della Cina in Medio Oriente è iniziata il mese scorso. Con il ruolo di mediatore ha infatti facilitato la ripresa dei rapporti diplomatici tra Arabia Saudita e Iran, i quali erano stati interrotti nel 2016. Un risultato notevole per la diplomazia cinese che, dimostrando la sua capacità di intermediazione nei conflitti, sancisce il graduale aumento dell’influenza della Cina in Medio Oriente e al contempo il calo di quella degli Stati Uniti.

La Cina è interessata al conflitto israelo-palestinese da tempo

Dalle dichiarazioni del presidente cinese Xi Jinping rese pubbliche nel 2016 si può capire l’interesse della Cina riguardo alla Palestina. Il presidente della Cina, infatti, affermò che Pechino era in linea con l’idea della necessità della creazione di uno Stato palestinese, annunciando anche finanziamenti per lo sviluppo energetico della regione.

Nel 2017, anche il ministro degli Esteri allora carica promosse l’istituzione di uno Stato palestinese indipendente, sostenendo che la sua mancanza costituisse una seria ingiustizia.

Senza una collaborazione con Israele, però, tale obiettivo non potrà mai essere raggiunto. Probabilmente la proposta di mediazione è partita da questo presupposto.

Israeliani e palestinesi sembrano favorevoli

Nei colloqui recentemente avvenuti con Cohen e al-Maliki, la Cina si è detta molto preoccupata dell’intensificarsi del conflitto israelo-palestinese e interessata a favorirne i colloqui di pace. La priorità cinese è quella di riportare la situazione sotto controllo e far sì che il conflitto non vada fuori controllo. Nel sottolineare che il Paese asiatico non ha interessi egoistici e che spera solo che Israele e Palestina possano coesistere pacificamente, il ministro degli Esteri cinese Qin Gang ha dichiarato:

Israeliani e palestinesi devono dar prova del loro coraggio politico e intraprendere iniziative per riavviare il dialogo. Bisogna avere calma e controllo e evitare parole e azioni eccessive e provocatorie.

Dietro l’iniziativa del presidente cinese Xi Jinping sulla sicurezza globale, la proposta di Gang rivolta a Cohen e al-Maliki è quella di attuare la “soluzione dei due Stati”, ricordando che “non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta”.

Il ministro degli Affari Esteri israeliano, Eli Cohen, attribuisce molta importanza all’autorevolezza della Cina. Ha ringraziato il suo omologo cinese per la disponibilità dimostrata a sostenere la fine del conflitto israelo-palestinese. Garantendo che raffreddare la situazione in corso è un obiettivo primario di Israele, Cohen ha dichiarato che il conflitto non potrà sicuramente risolversi in tempi brevi, ma di essere disposto a lavorarci.

Riad al-Maliki, ministro degli Affari Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, ha ringraziato Pechino per la sua chiara posizione sulla questione palestinese. Ha poi comunicato che la Palestina accoglierà con favore tutti gli sforzi che la Cina compirà.

Si spera che tutte le parti colgano l’occasione favorevole per promuovere il dialogo e la riconciliazione, con il fine di salvaguardare la pace e la tranquillità in Medio Oriente.

Queste le parole conclusive di Qin Gang.

L’impegno della Cina in Medio Oriente

Il ruolo di paciere internazionale della Cina si fa sempre più vasto. Si è proposta di diventare negoziatore nella guerra tra Russia e Ucraina e ha favorito la riconciliazione dei rapporti diplomatici di Iran e Arabia Saudita. Ecco la nuova missione: risolvere lo storico e instancabile conflitto israelo-palestinese.

I colloqui di pace tra Israele e Palestina in cui vedono gli Stati Uniti d’America come mediatore sono fermi da diversi anni e non mostrano alcun segnale di progresso. L’influenza della Cina in Medio Oriente non accenna a fare passi indietro e si fa sempre più grande, a scapito di quella occidentale. Nuovi equilibri in arrivo?

Alessandro Rossi

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