Gli italiani vanno alla grande nella cosiddetta green economy, ma non in Italia.
Il progetto per la prima forest-city, ovvero una città totalmente green, è stato presentato in Cina dal celebre architetto italiano Stefano Boeri.
Parte del prospetto si realizzerà a Nanjing, città della Cina Orientale, dove sono previste due torri completamente rivestite da 23 specie di alberi, oltre che 2.500 arbusti a cascata. Chi ha un atteggiamento scettico e pensa che queste strutture potranno essere sfruttate solo da Tarzan con le sue liane, si dovrà ricredere: la torre più alta infatti accoglierà 28 piani di uffici, un museo, un club privato nell’ultimo piano e una scuola di architettura verde, immancabile d’altronde. La seconda torre invece sarà la sede di un hotel di lusso con 247 camere, ed oltre a una piscina sul tetto, ospiterà anche un mercato, negozi, ristoranti e il piano terra sarà predisposto per conferenze e spazi espositivi.
Tuttavia, questo è solo il primo tassello del progetto di Boeri, che vuole ampliare l’idea fino a creare un’intera città immersa nel verde nella Cina meridionale (Liuzhou) con circa 1,5 milioni di abitanti. Ricoprire con piante e boschi pressoché tutti gli edifici di una metropoli al momento pervasa dallo smog, non avrà soltanto una funzione estetica, ma anche un’importante funzione pratica, quale una grande pulizia dell’aria, abbattendo smog e inquinamento. Infatti, è stato calcolato che gli edifici aspirerebbero perfino 25 tonnellate di anidride carbonica e produrrebbero circa 60 chili di ossigeno al giorno. Le costruzioni in questo caso ospiteranno anche servizi di prima necessità, diventando quindi sede di scuole, ospedali e abitazioni, dunque non soltanto spazi elitari. Inoltre, sui tetti degli edifici saranno montati pannelli solari in grado di alimentare l’intera città.
Quello che sembra uno scenario fantasmagorico, in realtà è semplicemente la natura, che col contrasto della città fa sembrare tutto inverosimile. In modo particolare la Cina, si trova a combattere un inquinamento in costante crescita, che nel 2016 ha addirittura portato a paralizzare per cinque giorni Pechino, che ha dovuto chiudere le scuole, bloccare la circolazione dei veicoli e far rimanere in casa l’intera popolazione.
L’ambizioso progetto del Bosco Verticale mira dunque a controllare l’espansione urbana, rendendola più sostenibile e migliorando la vita degli stessi abitanti. Chissà se in futuro gli edifici avvolti dalle foglie diventeranno davvero uno standard abitativo.
Roberta Rosaci