“Sai quel nuovo sound che stavi cercando?
Bene, senti questo!”
Anche nella musica, come in ogni buon frigorifero che si rispetti, c’è bisogno di tanto ordine: perché non puoi uscire fuori a fare la spesa, arrivare a casa e buttare tutto nel frigo come capita, senza un criterio, mischiare le confezioni dei salumi con le verdure oppure lanciare i formaggi nell’apposito spazio destinato alle bibite; poi succede che li dimentichi lì, vanno in malora, l’estetica perde ogni sua validità e il disastro è fatto.
Il Cielo di Bagdad ha applicato questo principio nella stesura del loro ultimo disco, mettendo ben in ordine tutti gli elementi raccolti dall’esterno per poi distribuirli in dieci tracce simbolo dell’armonia, scartando cacofonie varie più care ad altri gruppi e generi musicali. Non so se la metafora regge, ma il caldo mi fa pensare solo a cose fresche. Il frigorifero, con congelatore annesso, e questa band campana sono due di queste.
No Bad Days, uscito ad inizio anno, è un lavoro figlio di più esperienze fatte da una band che ha deciso di ricostruire la propria ossatura partendo dalle sensazioni e dalle emozioni recepite da erranze fatte in città come Marrakech, New York, Berlino e anche la loro cara Napoli. Un classico esempio di psicogeografia applicata alla musica.
L’intero album de Il Cielo di Bagdad suona come un chiaro omaggio alla musica pop intesa nel suo senso più dignitoso, dove il tonfo cronico delle batterie elettroniche si allaccia con le delicate melodie delle chitarre trattate per esplodere nel trionfo dei ritornelli, veri e propri regali che questa band fa ai propri ascoltatori. Pezzi come Over The Sun e Seven Days sono una ventata di positività marcata anni ottanta, mentre You sfodera un memorabile tappeto sonoro pronto ad entrare nelle orecchie di tutti senza sfociare nella banalità del perbenismo.
Sonorità azzeccate a parte, è doveroso ricordare che questi ragazzi dal vivo sono un’autentica forza della natura (provare per credere) e proprio il 16 luglio partirà il loro tour estivo a cominciare da Chiaverano (TO) dove si esibiranno nell’ambito del A Night Like This Festival.
Antonio Caputo