Ciao Pasolini, i murales parlano di te

41 anni fa ci lasciava un grande è a dir poco, Pier Paolo Pasolini è stato un poeta, scrittore, regista, sceneggiator, drammaturgo e giornalista italiano, considerato tra i maggiori artisti e intellettuali del X secolo.

Nella notte tra il 1 e il 2 novembre 1975 Pier Paolo Pasolini veniva ucciso. Il suo corpo è stato ritrovato sulla spiaggia dell’idroscalo di Ostia. Oggi la capitale lo vuole raccontare attraverso le sue strade, le immagini, i pensieri che nascono per chi l’ha vissuto, per chi l’ha conosciuto o per chi l’ha scoperto dopo. Basta andare in giro per Roma e scoprire come i colori vorrebbero prendere ancora vita su quei muri che non raccontano semplicemente chi era, ma che ci fanno ancora sognare insieme a lui a distanza di 41 anni.pasolini

Siete ancora in tempo amici romani, prendete un autobus, un’auto, una bicicletta o qualunque mezzo voi vogliate, anche a piedi e dirigetevi verso il Pigneto, Tor Pignattara o il Quadraro, per scoprire la bellezza di questi murales che, specialmente oggi, prendono vita. Torpignattara in maniera particolare è stata una delle borgate più amate dal poeta. Nell’aprile 2014 l’artista Nicola Verlato ha creato un murales “Hostia” che poi è stata definito la “Cappella Sistina di Torpignattara”. Passeggiando per il quartiere, in via Galeazzi Alessi, ci ritroviamo incanti dalla facciata di una palazzina, alta circa dieci metri per sei di lunghezza. Realizzato con acrilico su intonaco, il murale rappresenta biblicamente la morte, la caduta di Pier Paolo Pasolini.

Se ci dovessimo fermare a guardare attentamente l’opera, ci potremmo quasi immaginare in un girone dantesco. Nella parte inferiore un gruppo scultoreo ritrae Paso- lini bambino, vicino alla madre, a cui dedica i suoi primi versi, Francesco Petrarca, maestro e punto di riferimento fin dalla giovane età. Confermata dall’autore la presenza di Ezra Pound, grande esponente della poesia del Novecento: due uomini lontani, per storia politica e riferimenti ideologici, ma vicini per via di una certa sensibilità poetica, per l’attrazione verso il tema delle radici e della tradizione. Tutto questo rivive nel grande murale che fa ancora parlare di se, che è riuscito in qualche modo a raffigurare il tutto nel momento più fragile della vita, la morte. Un dipinto che assomiglia a un gigantesco lavoro a grafite, in cui si fondono cinema, teatro, poesia, ma anche pittura, scultura e architettura, evocando la forza primigenia del disegno.

Questo lavoro rappresenta la discesa del corpo di Pasolini al momento della sua morte. In alto si vede la figura del presunto assassino Pelosi e due giornalisti che lo intervistano. Pasolini precipita verso un luogo allegorico, una sorta di isoletta in cui trova se stesso bambino seduto sulle ginocchia della madre cui dedica i suoi primi versi, mentre si rivolge a Petrarca, suo mentore ideale a quel tempo. Vicino a lui c’è anche il poeta controverso Ezra Pound, che lo scrittore incontrò nel 1969 per un’intervista», racconta Nicola Verlato. «Credo che i due artisti siano accomunati dall’essere stati respinti dalla società, ma speravano entrambi di essere poeti formatori della società stessa. Nicola Verlato 

Spostandosi verso il Pigneto, potremmo scorgere in alto qualcosa di famigliare, su una palazzina, verso gli ultimi piani perfettamente simmetrico e frontale rispetto a quello di Mr. Klevra, il murale di Mauro Pallotta aka Maupal prende il titolo da un breve passo dedicato al senso del bello e al mistero della visione. “L’occhio è l’unico che può accorgersi della bellezza”, dichiarò Pasolini, spostando il tema dell’epifania estetica dalla realtà alla percezione: bellezza viva, che accade a prescindere, ma che esiste solo per coloro in grado di scovarla, cercarla, aspettarla. Da qui parte Maupal, che sintetizza tutto nell’immagine di un occhio, ed è proprio quello di Pasolini, inconfondibile, a dominare sul Pigneto, contemplando la bellezza di Roma.

Alessia Spensierato

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