Si è spento a Gerusalemme, all’età di 85 anni, lo scrittore Israeliano Aharon Appelfeld, il sopravvissuto all’Olocausto che ha raccontato nei suoi testi la tragedia della Shoah.
LA VITA
Di famiglia ebraica nasceva a Czernowitz, allora in Romania, il 16 Febbraio 1932.
Nel 1941 la Romania si unì ad Adolf Hitler per aggredire l’Urss. Appelfeld che allora aveva solo nove anni, su richiesta di sua madre, scappò con la promessa che non avrebbe rivelato a nessuno il suo essere ebreo. Lei verrà violentata e uccisa subito dopo.
Appelfeld fu poi catturato insieme a suo padre e spedito in un campo di sterminio nazista dal quale riuscì a fuggire tre anni dopo per poi essere adottato come cuoco dall’Armata Rossa.
Nel 1946 emigrò in Palestina e si laureò poi in letteratura all’Università di Gerusalemme.
Nonostante abbia appreso l’ebraico tardivamente, è diventato uno dei più importanti scrittori Israeliani e in tutti i suoi libri, benchè avesse visto da vicino l’orrore della Shoah, ne parlava spesso indirettamente, raccontando gli eventi in forma metaforica.
Le sue opere furono pluripremiate. Tra i più importanti il Premio Israele, il Premio Mèdicis e il Premio Napoli.
I suoi libri sono stati tradotti in 28 lingue, ampiamente pubblicati da Feltrinelli, La Giuntina e Guanda.
Uno dei capisaldi della sua vita e della sua professione è stata la necessità di preservare la memoria, il passato e tutti i drammi che ha vissuto sia direttamente, come l’Olocausto, che indirettamente. Da lì è nata la necessità di scrivere in merito a quello che i suoi occhi avevano visto, tanto da farlo diventare il suo pane quotidiano.
L’ultimo suo libro “Il partigiano Edmond” è stato pubblicato nel 2017 da Guanda.
Lo ricordiamo con una delle sue più famose citazioni:
Quando ero nel ghetto o in campo di concentramento – furono momenti terribili – ho incontrato delle persone che mi hanno dato un pezzo di pane, semplicemente un pezzo di pane. Ma quel tozzo di pane mi ha dato la speranza che gli uomini non sono tutte bestie e che vi è ancora luce nella storia.
Stella Viola