E’ il 1336 e, a Venezia, nasce Cristina da Pizzano (nome poi trasformato in Christine de Pizan). Quando è molto piccola, il padre Tommaso da Pizzano, in quanto celebre medico, viene invitato alla corte di Carlo V di Francia e tutta la famiglia si trasferisce sul territorio francese. Christine vive un’infanzia felice e, molto serenamente, impara a leggere e scrivere.
Il matrimonio e la successiva morte del marito
A soli quindici anni, nel 1380, si innamora perdutamente di Etienne de Castel, notaio e segretario del re, e lo sposa nello stesso anno. Da quel matrimonio, nasceranno tre figli.
Dieci anni dopo, il marito muore e Christine è costretta a farsi carico dell’intera famiglia: deve fronteggiare le spese arretrate del marito e le sue cause tenute nascoste quando era in vita. Christine inizia a pensare:
Perché per la donna è così difficile entrare negli affari di famiglia? Perché non ha ancora assunto un ruolo patriarcale?
E’ così che inizia a scrivere. Scrive di politica, di filosofia, di economia, di strategia militare, di tutto. Con grande straordinarietà, viene letta dalla corte e spesso le propongono lavori su commissione. Christine de Pizan riesce a scrivere il primo libro scritto da una donna, che parla della vita del Duca di Borgogna.
La nascita dello Scriptorium e la “Cité des Dames“
Qualche anno dopo, non avendo a disposizione tutti i mezzi per poter stampare dei veri libri, crea lei stessa lo Scriptorium, ossia una bottega di scrittura in cui costruisce i propri libri con l’aiuto di copisti, miniaturisti e rilegatori.
Nel 1405, pubblica il suo più grande capolavoro “Cité des Dames”. In queste pagine, si parla di una città sorretta e abitata solo da donne: regine, guerriere, poetesse, indovine, scienziate, martiri, sante. Lo scritto inizia con Christine che è nel suo studio e trova casualmente “Le Lamentazioni” di Matheolus, un piccolo libro comico in cui un uomo si lamenta della sua vita coniugale, affermando apertamente che le mogli sono la rovina per la vita di un uomo. Christine spontaneamente dice allora questo:
«Ahimè, mio Dio, perché non mi hai fatta nascere maschio? Tutte le mie capacità sarebbero state al tuo servizio, non mi sbaglierei in nulla e sarei perfetta in tutto, come gli uomini dicono di essere»
E continua chiedendosi come mai tutti continuano a credere che la donna sia fragile, e per quale motivo non viene invece considerata per la sua forza d’animo innata.
Le biografie femminili
Dopo “Cité des Dames”, Christine scrive numerose biografie femminili per dimostrare che le donne – migliaia di donne – hanno contribuito, con le loro storie silenziose e trasparenti, al progresso della storia dell’umanità. Parla dell’importanza del sapere, Christine, e dell’educazione; e, apertamente, senza alcuno scrupolo, si lancia nei racconti di violenze e stupri a cui le donne sono obbligatoriamente sottoposte: veri e propri strumenti di controllo sui loro corpi e sulle loro vite.
La chiusura in convento e la morte
Nel 1418, la Francia è in guerra con l’Inghilterra e per questo numerose donne, per timore, si rifugiano in conventi. Tra queste, Christine de Pizan. La sua clausura forzata la costringe temporaneamente a sospendere la scrittura, che riprenderà ben undici anni dopo, con un testo dedicato alla grande Giovanna d’Arco.
Un testo, questo, che non verrà mai pubblicato ma che sarà seguito dalla sua morte improvvisa che avviene circa nel 1430 e di cui non si conoscono perfettamente le cause.
Molti studiosi dicono che sia morta semplicemente di solitudine, come dimostra questa poesia che scrisse dopo la morte di suo marito:
«Sono sola, e sola voglio rimanere.
Sono sola, il mio dolce amico mi ha lasciata,
sono sola, senza compagno né maestro,
sono sola, dolente e triste,
sono sola, a languire sofferente,
sono sola, smarrita come nessuna,
sono sola, rimasta senz’amico.
Sono sola, alla porta o alla finestra,
sono sola, nascosta in un angolo,
sono sola, mi nutro di lacrime,
sono sola, dolente o quieta,
sono sola, non c’è nulla di più triste,
sono sola, chiusa nella mia stanza,
sono sola, rimasta senz’amico.
Sono sola, dovunque e ovunque io sia;
sono sola, che io vada o che rimanga,
sono sola, più d’ogni altra creatura della terra,
sono sola, abbandonata da tutti,
sono sola, duramente umiliata,
sono sola, sovente tutta in lacrime,
sono sola, senza più amico.
Principi, iniziata è ora la mia pena:
sono sola, minacciata dal dolore,
sono sola, più nera del nero,
sono sola, senza più amico, abbandonata. »
Christine de Pizan è ancora oggi considerata la prima rivoluzionaria copernicana femminista, che ha trasmesso in ogni scritto e in ogni pensiero il sogno di autonomia e libertà nelle donne. Un sogno che forse oggi è stato raggiunto, ma che continua ad esistere nelle sue pagine e nelle pagine di migliaia di donne che, inconsapevolmente e silenziosamente, hanno cambiato il mondo.
Stefania Meneghella