Ieri sera si è chiusa la campagna elettorale per le regionali in Emilia-Romagna a Bibbiano. Sia Salvini che le Sardine occupano due piazze della cittadina.
Ieri sera alle 19:00 si è chiusa la campagna elettorale della lega a Bibbiano. Matteo Salvini è salito sul palco per sostenere la candidata Lucia Bergonzoni, mentre Mattia Santori e il gruppo delle Sardine erano a pochi metri, in piazza Libero Grassi, per la loro manifestazione anti-lega.
Salvini scegli di non sfoggiare nessun simbolo leghista, ma lo slogan “Giù le mani dai bambini” , per sottolineare le cattive vicende che hanno visto Bibbiano protagonista. Si parla tanto di famiglia, di unione, di benessere civile. Sul palco sale la mamma di Tommy, il bambino di 18 mesi rapito e ucciso. Matteo vuole che questo evento non sia il solito comizio di partito, ma una “festa” per i bambini, per le mamme e per i papà, per la gente onesta e proba. Si mette in scena tanto dolore, tanta voglia di riscatto, tanto desiderio di unità.
A pochi metri, su un camion scelto come palco, si intona “Bella Ciao”. Mattia Santori e le Sardine sono “un mare colorato”, come sottolinea lo stesso portavoce bolognese. Per Santori, sono ideologia e simbologia a separarli dalla lega, e aggiunge: “Di là c’è una finta festa delle famiglie, che è una strumentalizzazione a fini elettorali”.
A conti fatti, i numeri sembrerebbero dare ragione alle Sardine: quattromila persone sono in piazza Grazzi, contro un centinaio in piazza della Repubblica.
Non sono mancate punzecchiature da ambo i lati. Santori è soddisfattissimo che i numeri gli diano ragione, ha parlato di un punteggio di 7 a 0. Di contro Salvini si difende affermando che sarebbe stato bello vedere unità. A Dritto e Rovescio, il programma di Paolo del Debbio, Matteo sottolinea:
Forse, Matteo non si aspettava di avere così pochi proseliti a Bibbiano, dunque qualche Sardina dalla sua parte gli avrebbe fatto sicuramente comodo. Avere famiglie unite e amorevoli e giustizia laddove ce n’è necessità sarebbe un’utopia più che desiderabile, ma in questo caso, piuttosto che portare sul palco lacrime e dolore, sarebbe stato meglio concentrarsi su tematiche più concrete, ad esempio come migliorare la qualità della vita in regione. In ogni caso, domenica 26 gennaio ci saranno le votazioni definitive e finalmente si saprà a chi da ragione l’Emilia-Romagna.
Antonia Galise